“Quel culo è una poesia”.Quante volte gli uomini lo hanno detto, osservando il lato B di una donna. Anthony De Luca, artista operante nel campo pubblicitario e dell’arte, ha deciso di tradurlo in immagini, con la serie fotografica “Poesie sui culi”. Il fotografo dei culi, così come viene chiamato in senso ironico è solito a far parlare di se con il suo stile irriverente e provocatorio. Oggi lancia una nuova provocazione: sdoganare l’arte, in particolare la poesia, attraverso il fondoschiena delle donne. Ed è lui in prima persona a scrivere i versi sui glutei delle modelle, per “instaurare – come afferma – quel particolare feeling necessario a far parlare il corpo”. Blogsicilia lo ha intervistato per capire meglio cosa ci sia dietro a questa campagna, voyeurismo, erotismo o pura provocazione
Come definirebbe questo progetto fotografico?
“L’ultimo mio capolavoro. Divulgare la cultura attraverso un veicolo d’immagine forte come il fondoschiena, fa conoscere Dante, Baudelaire, Verlaine, per citare alcuni dei poeti presenti nel nostro progetto, attraverso i ‘culi’ di queste ragazze. Io stesso non sono mai stato un appassionato di letteratura, anzi ricordo di avere voti molto scarsi nei compiti sulle poesie a scuola. Grazie a questo progetto ora ricordo tutti i versi a memoria. In queste opere c’è un impatto visivo immediato che trascende in un valore più alto dell’erotismo del momento. E le protagoniste di queste fotografie lo capiscono al volo, tanto da affidarsi a me per rendere il loro corpo un’espressione artistica.
Chi sono queste donne? Perché lo fanno? Quante ne ha fotografate?
“Sono ragazze comuni, alcune modelle, altre donne della porta accanto, che attraverso il mio lavoro, superano inibizioni, insicurezze e si sentono padrone della loro sensualità. Ricevo tanti messaggi da loro, in cui mi scrivono che dopo essersi riviste nelle fotografie, si sentono bene, al tal punto da propormi di farlo diventare una terapia per tutte le donne. Se rimaniamo in tema ho fotografato più di un migliaio di fondoschiena e continuerò la mia ricerca creativa su questa parte femminile in tutte le sue forme e sull’erotismo. I casting sono sempre aperti, ci si può candidare sorprendendomi, raccontandosi con personalità e soprattutto inviandomi immagini che dimostrino disinibizione, trasgressione, ironia. Scherzando posso dire che ho la posta invasa da glutei ogni giorno, segno che le ragazze si sentano libere di esprimersi con me anche non conoscendomi di persona”.
Il senso comune del pudore un tempo avrebbe ritenuto indecente il suo lavoro. E anche il veterofemminismo l’avrebbe attaccata di mercificazione del corpo di una donna
“Non sono attaccato perché celebro l’essenza del corpo femminile con la fotografia, l’erotismo e spesso l’ironia. La gente lo percepisce, anche le femministe più convinte”.
Qual è il confine fra la volgarità e l’espressione artistica?
“La prospettiva con cui ti poni rispetto al nudo. Le mie foto sono palesemente patinate e di alto livello. Anche nei progetti più provocatori e trasgressivi non è mai capitato di urtare la sensibilità di qualcuno. Persino nei commenti maschili nessuno è triviale o grossolano. Il commento più ricorrente del pubblico, sia maschile, sia femminile, è ‘genio’, a dimostrazione del fatto che si coglie il vero messaggio che intendo mandare con queste immagini. In ogni caso non m’interessa la massa, ma solo le persone che hanno la sensibilità nel percepire con immediatezza e cogliere l’emozione che gli può dare un mio progetto. Con la mia pagina social in cui divulgo la mia vita artistica voglio fare proprio questo: collezionare anime sensibili. Sono un uomo che da autodidatta ha scoperto il mondo della fotografia e che vuole sperimentare le nuove frontiere dell’arte per immagini”.
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