Il no della Corte dei conti al Ponte sullo Stretto agita la politica anche in Sicilia. L’isola ha investito una fetta importante pari a  circa un miliardo di euro, dei suoi fondi Fsc per destinarla proprio al Ponte e la coalizione di governo punta su questa infrastruttura.

Schifani: “Decisione che sa di ingerenza politica”

“Una decisione che sa molto di ingerenza e che rischia di paralizzare l’azione di governo, ostacolando un’opera strategica per lo sviluppo dell’Italia e per il futuro della Sicilia. Un conflitto apparente tra poteri che abbiamo già vissuto e segnalato anche in Sicilia” afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando la decisione della Corte dei Conti sul progetto del Ponte sullo Stretto.

“Il Ponte sullo Stretto – prosegue – è un’infrastruttura attesa da decenni dai nostri cittadini e dal nostro sistema produttivo. Ribadisco la mia piena sintonia con il Governo nazionale e con il ministro Salvini, che ringrazio per la determinazione dimostrata in questi anni. Continueremo a difendere con forza il diritto della Sicilia a colmare un divario infrastrutturale che dura da troppo tempo”.

Fuoco di fila della Lega, “Non  ci fermeremo”

Alzano le barricate gli esponenti della Lega. “Dispiace che qualche giudice preferisca remare contro il progresso del nostro Paese, mentre la Lega ha lavorato senza sosta per rilanciare il Sud, la Sicilia e la Calabria con un’occasione unica di sviluppo, lavoro e futuro. Dispiace ancora di più che si usi la giustizia per fermare una delle più grandi opere al mondo, simbolo di speranza per tanti giovani che hanno già chiesto di poter lavorare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto” dice il deputato siciliano della Lega Anastasio Carrà.

“Non è bastato quello che è successo con Open Arms. I giudici ci riprovano, ma questa volta se la prendono con i siciliani a cui vogliono negare la modernità, il progresso, il lavoro che meritano. Usare la giustizia per bloccare un progetto politico su cui la Lega ha lavorato senza sosta nel tempo, insieme a 22 università e 54 professionisti di tutto il mondo, per difendere il diritto alla mobilità, alla salute, alla vita dei tanti siciliani, credo sia assurdo e ingiusto” gli fa eco la deputata siciliana della Lega Valeria Sudano.

“Continueremo ad andare avanti per sostenere il valore unico del Ponte sullo Stretto che per la Lega è simbolo di modernità, lavoro e progresso. Il progetto di Matteo Salvini è stato già riconosciuto da professori e università di tutto il mondo, che nel tempo hanno lavorato sull’opera, e da oltre 7500 professionisti che hanno chiesto di poter lavorare per la sua realizzazione. La Lega è determinata a tutelare il diritto alla mobilità, alla salute, al lavoro di tanti siciliani e calabresi. Il Ponte sullo Stretto è l’opera ingegneristica più importante del secolo, non possiamo fermarci di fronte alla necessità di garantire un’infrastruttura così strategica e fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno e di tutto il Paese” sostiene il vicesegretario federale della Lega Claudio Durigon.

“Attendiamo le motivazioni di una sentenza sui cui è necessario far chiarezza. Siamo determinati ad assumere ogni iniziativa necessaria a confutare o superare il deliberato al fine di proseguire i lavori per un’opera da oltre 13 miliardi, che porterebbe lavoro e assicurerebbe lo sviluppo del Meridione e dell’intera nazione. Nostro obiettivo è fare il bene di milioni di cittadini” afferma il segretario della Lega in Sicilia, il senatore Nino Germanà.

De Luca (5 stelle) “Tolto il giocattolo a Salvini”

“La decisione della Corte dei Conti che demolisce il pericolosissimo, costosissimo e inutile giocattolo di Salvini è la sacrosanta bocciatura del disastroso governo Meloni che non riesce ad azzeccarne una manco per sbaglio. Dovrebbero prenderne atto, cospargersi il capo di cenere, chiedere scusa a tutti gli italiani e dimettersi. Lo stesso dovrebbe fare Schifani, invece di imbastire una ridicola difesa d’ufficio e parlare di ingerenza della magistratura contabile in perfetto stile berlusconiano. Renda conto, invece, ai siciliani del miliardo e 300 milioni destinati a questa folle sceneggiata, sottratti alle nostre infrastrutture fatiscenti anche per colpa del suo governo che sa solo parlare di poltrone e inchinarsi a tutti i diktat romani a dispetto degli interessi della Sicilia” afferma, infine, il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca

Catanzaro: “E ora che fine fanno i soldi? In ballo un miliardo dei siciliani”

“La decisione della Corte dei Conti, al di là delle valutazioni sull’utilità dell’infrastruttura, mettono a nudo l’inadeguatezza di un ministro come Matteo Salvini che fino ad oggi ha saputo fare solo vuota propaganda. Adesso bisognerà valutare gli effetti di questa decisione sulle finanze regionali, dal momento che il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani si era accodato, per mero opportunismo politico, al progetto-slogan del Ponte sullo Stretto destinando oltre un miliardo di euro dei siciliani al cofinanziamento dell’opera. Risorse che, come abbiamo sostenuto dal primo momento, si sarebbero potute utilizzare per ospedali, scuole e infrastrutture sul territorio. Schifani adesso spieghi che fine faranno quei soldi” dice Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea regionale siciliana.

Geraci a Catanzaro: “Parole specchio decadenza Pd”

“Le affermazioni del capogruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, Michele Catanzaro, sono lo specchio della decadenza del Pd, un partito privo di idee per lo sviluppo del Paese e della Sicilia, capace unicamente di boicottare in nome del vecchio motto “tanto meglio tanto peggio”. Il ponte andrà avanti perché tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle norme e il giudizio della Corte è veramente sorprendente. I finanziamenti della Regione Siciliana rimangono confermati per il ponte, perché rappresentano un investimento importante per la crescita della nostra Sicilia” risponde Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana alle affermazioni di Catanzaro.