La Procura regionale della Corte dei conti ha contestato un danno di quasi 840 mila euro per la nomina di un dirigente generale esterno della Regione siciliana.

Presidente e assessori non avrebbero “previamente valutato la sussistenza di professionalità interne” e avrebbero deciso la nomina “in contrasto con mi limiti della legge per l’affidamento ad esterni di tali incarichi”.

L’ istruttoria della procura regionale della Corte dei conti riguarda la nomina del dirigente generale esterno della Regione Siciliana Patrizia Monterosso.

Sono coinvolti i componenti delle giunte regionali di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. Il danno contestato ai componenti della giunta regionale che hanno adottato le delibere di nomina è di 839.942 euro, come scrive nella relazione il procuratore regionale della Corte dei Conti Gianluca Albo.

In Sicilia c’è un ricorso eccessivo, e quasi sempre ingiustificato, alle consulenze e agli incarichi esterni. E non sempre gli “esperti” sono veramente esperti di qualcosa. Tra i casi più significativi finiti sotto la mannaia della Corte dei Conti c’è quello di un dirigente generale della Regione siciliana.

A giudizio del procuratore regionale Guido Albo, che la cita nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, la nomina di Patrizia Monterosso (assolta dalla magistratura ordinaria) non poteva essere fatta perché bisognava cercare quella stessa professionalità tra il personale interno.

Per questo ora il pg contesta ai componenti della giunte regionali di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta, che decisero di dare l’incarico e di confermarlo, un danno di 839 mila e 942 euro. Il danno si produce anche quando si tratta, invece della nomina, della revoca di un incarico esterno. Sempre alla Regione un dirigente, che era stato sollevato, ha impugnato il provvedimento e ha vinto. Ora la Corte dei conti chiede al presidente e alla sua segreteria tecnica un danno di oltre 245 mila euro.

L’elencazione di queste vicende consolida un altro principio che attenua la discrezionalità dello spoils system. Quando le decisioni politiche diventano atti gestionali, e vengono saltate le regole, finisce l’insindacabilità dei politici. Quella delle nomine esterne è uno dei tanti “buchi neri” della pubblica amministrazione in Sicilia. La Corte dei conti ne enumera diversi: l’assenteismo diffuso, la corruzione, un uso distorto dei finanziamenti europei, il clientelismo.

Accade però che spesso i funzionari e i politici sanzionati restano al loro posto oppure ottengono, denuncia il pg, “incarichi più delicati e di rango superiore”. La materia è ampia. Malgrado le carenze di organico (in servizio solo la metà dei giudici previsti), la sezione giurisdizionale ha emesso 118 sentenze per condanne a 15 milioni e 552 mila euro.

Tra le inchieste aperte anche quella nei confronti del conservatorio musicale Vincenzo Bellini. Il danno erariale contestato dalla Corte dei Conti è di oltre 14 milioni ai responsabili degli ammanchi e delle malversazioni.

L’inchiesta della magistratura ordinaria era culminata nel maggio 2017 con l’arresto di 23 persone. Altre 38 sono state indagate. Il conservatorio Bellini sarebbe stato utilizzato, ipotizza il gip, come un bancomat da dipendenti e funzionari: avrebbero dirottato 14 milioni di euro verso società di comodo e conti correnti dedicati. Ora la Procura generale della Corte dei Conti indica la cifra esatta: 14 milioni 221 mila e 665 euro. L’istruttoria è ancora in corso.

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