Se anche tu sei sempre stato convinto che l’acqua del rubinetto non sia potabile, ti sbagli. Da un’analisi condotta dall’associazione palermitana Neu si è dedotto che l’acqua potabile distribuita dal Comune è controllata costantemente e rispetta standard di sicurezza elevati. L’indagine, che rientra nel progetto H2O!, finanziato da PuntoSud nell’ambito dell’iniziativa NoplanetB e cofinanziato dall’Unione Europea, sfida preconcetti radicati aprendo una riflessione collettiva sulla sostenibilità e sulla consapevolezza dei consumi idrici.

I pregiudizi sull’acqua pubblica una convenzione sociale

Secondo quanto emerso da test sensoriali condotti su circa 200 persone, la maggioranza dei partecipanti non è riuscita a distinguere l’acqua di rubinetto da quella in bottiglia o filtrata, dimostrando che spesso la preferenza verso l’acqua confezionata è basata su pregiudizi più che su effettive differenze di gusto o qualità. In molti casi l’acqua pubblica, dopo un breve periodo di decantazione, per eliminare l’odore del cloro, è stata valutata positivamente e persino meglio rispetto alle alternative.

Il progetto H2O!

Il progetto, attivo da gennaio, ha visto una serie di eventi partecipativi e informativi come incontri pubblici, laboratori creativi e test di assaggio in spazi simbolici della città, tra cui Piazza Magione e il Giardino Inglese. Tra le iniziative più significative, anche una performance di teatro partecipato e un laboratorio di scrittura creativa intitolato “Scriviamo di acqua”, realizzato con il supporto di Newbookclub, che ha offerto ai partecipanti l’opportunità di raccontare, attraverso parole e storie, il proprio rapporto con l’acqua.

I tre appuntamenti

Il progetto, della durata di quasi un anno, ha avuto inizio il 22 gennaio con un incontro preliminare di confronto e riflessione collettiva su un tema che riguarda tutta la popolazione dal titolo “Come bere un bicchier d’acqua”. Le questioni poste riguardano il modo in cui effettuati i controlli dell’acqua pubblica, se i filtri domestici sono una scelta consapevole o una moda e non ultimo in ordine di importanza, qual è l’impatto ambientale delle scelte in materia di acqua.

Successivamente il 9 maggio, il secondo appuntamento: “Chi ha paura del rubinetto”, un evento online ad ingresso libero, ma con prenotazione per valutarne la partecipazione. In questa occasione, che si lega in contraltare alla prima,  già gran parte delle domande poste in occasione del primo incontro  trovano risposte.

L’interesse e la curiosità della cittadinanza proseguono, poco dopo, il 13 maggio a Piazza Magione col primo evento di reale interazione con un pubblico, che ha risposto in maniera massiva e collaborativa. E’ stato somministrato il primo assaggio dell’acqua per valutarne il sapore e la riconoscibilità. I partecipanti che hanno bevuto da tre caraffe anonime che contenevano acqua di diversa provenienza ( confezione in plastica, depuratore e acqua pubblica), hanno successivamente risposto ad un questionario scritto sul gusto, la preferenza e la riconoscibilità dell’acqua bevuta.

Acquisire fiducia nell’acqua pubblica

L’iniziativa ha lo scopo di ripristinare la fiducia nell’acqua pubblica e ridurre il ricorso all’acqua confezionata, spesso contenuta in bottiglie di plastica che alimentano l’inquinamento ambientale. Inoltre, vuole far riflettere sull’impatto ecologico dei filtri domestici a osmosi inversa, che, pur offrendo un’acqua depurata, comportano un elevato spreco idrico.