Elisabetta Semprecondio, 45 anni, è morta all’ospedale Villa Sofia di Palermo. I familiari assistiti dall’avvocato Giulio Bonanno hanno presentato denuncia ai carabinieri della stazione Resuttana-Colli che hanno subito sequestrato la cartella clinica. Oggi pomeriggio sarà eseguita l’autopsia.

La donna il 28 maggio mentre fa le pulizie al bancone sarebbe stata punta da un insetto al piede. Da allora la situazione è precipitata. Le pomate non fermano né il gonfiore né il dolore. Oltre al gonfiore inizia a vomitare, ha diarrea, capogiri ed ecchimosi nel corpo.

Da qui la decisione di andare il 4 giugno a Villa Sofia. Secondo quanto raccontano i familiari ai carabinieri al pronto soccorso è stato assegnato un codice bianco, che dopo diverse ore diventa giallo. Alla fine la donna viene ricoverata Vengono eseguiti gli esami del sangue e la donna viene ricoverata nel reparto di Medicina generale. Il 10 giugno i figli denunciano le presunte lesioni colpose subite dalla madre. Con lei comunicano tramite telefonino, con messaggi di testo e audio.

Non possono incontrarla, forse perché non si può escludere che la donna abbia il Coronavirus. È la stessa Elisabetta ad aggiornare i parenti, dicendo che le hanno fatto i tamponi per il Covid, il cui esisto è stato negativo. Due giorni la donna muore. I figli tornano in caserma, la denuncia non è più per lesioni, ma per omicidio colposo. L’avvocato Bonanno chiede il sequestro della cartella clinica e l’autopsia.

“Mi devono spiegare – dice l’avvocato – cosa c’entra la puntura d’insetto con quattro tamponi Covid negativi e una visita ginecologica. La donna è stata monitorata per quattro giorni ed sarebbe morta per un’embolia al cervello. Ci sono diverse cose che dovranno essere chiarite”.

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