La Questura di Palermo, per motivi di ordine pubblico, ha proibito che la manifestazione che gli assistenti agli studenti disabili dello Slai Cobas al Foro Italico Umberto I, nei pressi dell’ingresso all’area dove si terrà “Italia a 5 Stelle“, il raduno nazionale del M5S, organizzato tra il 24 e 25 settembre (sabato e domenica) in città.

I lavoratori del settore “assistenza agli studenti disabili”, 200 a Palermo e circa 2000 in tutta la Sicilia, avrebbero voluto contestare e denunciare pubblicamente in particolare il gruppo M5S a Palazzo dei Normanni, che ha emendato e sostenuto un articolo inserito nella Finanziaria Bis che li avrebbe licenziati tutti in una volta sola. La situazione è poi stata riportata allo status quo con l’approvazione da parte dell’Ars, ieri pomeriggio, della legge sulle variazioni di bilancio. I deputati grillini anche questa volta si sono opposti, proponendo un ordine del giorno per rimettere in discussione la figura professionale degli assistenti ai disabili, ma è stato dichiarato “improponibile”.

“La nostra lunga lotta – spiega lo Slai Cobas –  ha portato alla cancellazione dello schifoso articolo che prevedeva l’uso dei voucher e il passaggio del servizio ai collaboratori scolastici. Ma nonostante l’abolizione imposta con la lotta e il lavoro che riparte per 148 dei 168 che erano stati licenziati, ma è ripartito solo a Palermo. Resta il fatto che ancora un gran numero di lavoratori è a spasso”.

“La ‘sensibilità’ che i grillini hanno espresso nei confronti dei “risparmi”  – sostiene lo Slai Cobas – che con questo articolo inserito in Finanziaria la Regione, soprattutto tramite l’assessore Baccei del PD, pensava di ottenere, si sarebbe scaricata tutta anche sugli studenti disabili che non avrebbero potuto avere il servizio come è giusto che sia e come è previsto dalle leggi attuali. È anche per questo, per continuare a smentire le falsità del Movimento 5 Stelle, che la nostra organizzazione sindacale ha deciso di manifestare in occasione del giorno di apertura della loro festa nazionale. Perciò riteniamo la decisione della Questura assolutamente inaccettabile, si tratta di una violazione di un diritto riconosciuto anche dalla Costituzione”.