La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati in visita privata a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Ad accoglierla il presidente del parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè. Casellati ha visitato la cappella palatina e le sale del palazzo inserito nel circuito arabo-normanno.
Era accompagnata dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e dal generale Luigi Robusto, comandante del Culqualber. La presidente del Senato, dopo avere ammirato le sale del Palazzo dei Normanni, in particolare la Cappella Palatina, la mostra dedicata a Santa Rosalia, Sala d’Ercole, la stanza di Ruggero e la Torre Pisana, ha definito la Sicilia “L’isola del tesoro” e ha aggiunto: “Questa regione ha ben sette siti iscritti nella World Heritage List dell’Unesco e una ricchezza unica di paesaggi e monumenti”.
“Palazzo dei Normanni con i suoi mille anni di vita è un vero e proprio scrigno che contiene testimonianze storiche delle diverse dominazioni che si sono succedute in Sicilia. Ma la ricchezza culturale non basta – ha aggiunto -. Affinché la bellezza possa diventare anche una leva economica, servono strutture ricettive, collegamenti e servizi funzionali. Per colmare queste lacune occorrono finanziamenti pubblici mirati e una distribuzione oculata delle risorse”.
La Presidente non ha mancato di parlare dell’ultima tragedia nel Medierraneo “Non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune” e di mafia ribadendo l’esigenza di combatterla sempre, ogni giorno (LEGGI QUI)
“Trovo una Palermo diversa da quella che avevo conosciuto tanti anni fa che vuole davvero dare un’immagine di se di quello che era ovvero una grande capitale dove si respira bellezza e cultura in ogni angolo” ha poi aggiunto durane la visita alla parrocchia di Sant’Agnese nel quartiere Danissini a Palermo guidata da Fra Mauro Billetta. “Questo quartiere dimostra – ha aggiunto – come l’attività di formazione, l’istruzione, la cultura e il recupero dei ragazzi attraverso varie attività abbia un valore simbolico straordinario e qui davvero e si vede la possibilità di recuperare socialmente tutte quelle persone che magari per questioni di emarginazione sarebbero occupati in cose forse non positive e quindi onore al merito a questo frate che dedica la sua vita ai ai giovani alle marginalità alle persone che nella società erano indietro e sono qui proprio per rendermi conto di persona di questa realtà che trovo veramente un simbolo di una città che continua nella sua rinascita”.
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