La Rai e il sistema dei Corecom – i Comitati Regionali per le Comunicazioni – hanno siglato un nuovo protocollo d’intesa, che rinnova e potenzia l’offerta degli spazi dell’accesso regionale.

Si tratta di quelle finestre radiofoniche e televisive che il servizio pubblico mette a disposizione delle organizzazioni di interesse sociale, per dare visibilità a iniziative, progetti e temi che riguardano direttamente i cittadini e i territori.

L’accordo si inserisce nell’ambito delle funzioni di garanzia e vigilanza esercitate dall’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla quale i Corecom fanno capo come organi funzionali.

Il rinnovo dell’intesa, siglato a livello nazionale, segna un passo avanti sia sul piano operativo sia su quello culturale, ponendosi l’obiettivo di rafforzare il pluralismo informativo e promuovere una comunicazione più vicina alle esigenze delle comunità locali.

Spazi più accessibili per il mondo del non profit

La nuova intesa tra Rai e Corecom introduce una serie di regole aggiornate e di meccanismi flessibili pensati per valorizzare l’impegno delle realtà associative attive sul territorio.

Un aspetto centrale del protocollo è la volontà di offrire al mondo del terzo settore e del volontariato strumenti più efficaci per raccontarsi, informare e dialogare con il pubblico attraverso il mezzo televisivo e radiofonico.

“Questi spazi – ha dichiarato Andrea Peria Giaconia, Presidente del Corecom Sicilia – costituiscono veri e propri luoghi di libertà sanciti e difesi dalla nostra Carta costituzionale. Non si tratta solo di strumenti tecnici, ma di garanzie concrete per il pluralismo, la partecipazione e la rappresentanza delle realtà sociali“.

Un’affermazione che sottolinea come gli spazi dell’accesso non siano meri contenitori di contenuti, ma strumenti fondamentali per la democrazia.

Più autonomia ai Corecom regionali

Uno degli elementi più significativi del nuovo protocollo è l’introduzione dell’articolo 16, fortemente voluto dai Corecom. Questo articolo consente a ciascun comitato regionale di ridefinire aspetti tecnici e organizzativi dell’intesa, modellandoli sulle specificità del proprio territorio.

Un passo che apre alla personalizzazione dell’offerta e all’adattamento dei contenuti alle esigenze dei cittadini, rendendo più efficace il legame tra istituzioni, media e realtà sociali.

Come ha sottolineato ancora Peria Giaconia, “l’inserimento dell’articolo 16 lascia ampia libertà ai singoli Corecom di implementare e ridefinire alcuni aspetti tecnici e organizzativi del protocollo, adattandoli alle specificità territoriali e rendendo l’intero impianto più flessibile e vicino ai bisogni delle comunità locali”.

Questo nuovo margine operativo rafforza il ruolo dei Corecom come interfaccia diretta tra le istituzioni centrali e le realtà locali, garantendo una comunicazione più partecipata, rappresentativa e utile.

Un’intesa strategica per il servizio pubblico

Il protocollo è stato firmato da Carola Barbato, Coordinatrice nazionale dei Corecom, e da Alessandro Zucca, Direttore del Coordinamento sedi regionali ed estere della Rai. Presente anche Giuseppe Carboni, Direttore di Rai Parlamento, la testata giornalistica che, ai sensi della legge 14 aprile 1975 n. 103, supervisiona i programmi dell’accesso regionali e nazionali.

La presenza di Rai Parlamento conferma il valore istituzionale degli spazi di accesso, non semplici strumenti divulgativi, ma previsti dalla legge per garantire la rappresentanza pluralistica.

L’accordo ribadisce il ruolo centrale della Rai come servizio pubblico, al servizio di una comunicazione più equa, inclusiva e vicina ai territori.

È un segnale chiaro: le istituzioni possono fare rete per tutelare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e pluralista, in un panorama mediatico sempre più omologato.