Raccolta differenziata addio! Palermo alza le mani e si arrende all’immondizia indifferenziata ed ai cassonetti di antica memoria. Almeno in un quartiere: Borgo Nuovo.
Dal 10 settembre per le vie dell’area a Nord ovest della città, torneranno i cassonetti. E’ una vera e propria resa del Comune e della Rap, l’azienda di raccolta dei rifiuti che hanno detto sì alla proposta del presidente della V Circoscrizione, Andrea Aiello. Una idea, peraltro, non condivisa dal Consiglio di Circoscrizione.

La vittoria degli incivili

La raccolta differenziata, in zona, non è mai partita. O meglio sarebbe formalmente iniziata ma il 99% dei residenti l’ha ignorata decidendo di continuare a gettare i rifiuti indifferenziati. Ma non essendoci più i cassonetti i residenti si sono limitati a lasciare l’immondizia a terra la dove prima c’erano i punti di raccolta o, peggio, creando vere e proprie discariche a cielo aperto.

Inevitabile la polemica delle opposizioni che attaccano su questo passo indietro ma anche sul sì al termovalorizzatore che sarà realizzato proprio a Bellolampo.

La polemica delle opposizioni

“Il passo indietro sulla differenziata e il termovalorizzatore che avanza raccontano una Palermo che meriterebbe un futuro e invece subisce un arretramento culturale e politico, anche e non solo sui rifiuti. Ci piacerebbe infatti avere ancora il dubbio su quale direzione stia intraprendendo l’amministrazione comunale nella gestione dei rifiuti, ma davanti al ritorno dei cassonetti a Borgo Nuovo, come già accaduto al Cep nell’ottobre 2024, al fallimento certamente non casuale della raccolta differenziata e al silenzio della Giunta sul progetto di termovalorizzatore a Bellolampo, la direzione appare purtroppo chiara: tornare indietro, come se Palermo non meritasse altro che discariche a cielo aperto e nuove ciminiere” scrivono congiuntamente i consiglieri di opposizione.

“Le risposte ricevute, sia da RAP che dall’assessore Alongi, si sono rivelate elusive, non forniscono i dati richiesti e soprattutto non chiariscono se l’amministrazione stia semplicemente subendo ancora una volta una decisione o se la stia condividendo. Questo silenzio pesa quanto una scelta politica.

Quello che vediamo oggi, è un arretramento culturale e politico che si traduce in due fatti gravi: da un lato ci si arrende alle difficoltà, pure prevedibili, della differenziata e si torna all’indifferenziato, dall’altro si prepara il terreno all’idea arretrata e dannosa per la salute di costruire un termovalorizzatore. A questi due fatti gravi si affianca inevitabilmente il dubbio che la differenziata sia considerata affare da chi amministra: Palermo merita un futuro fatto di riduzione dei rifiuti, riciclo e tutela del proprio territorio. Invece l’amministrazione condanna la città a un doppio fallimento, trasformandola in laboratorio di arretratezza mentre i cittadini pagano in termini di salute, ambiente e dignità”.

Una sconfitta culturale (non solo politica) di tutta la città

Politica a parte per la città è una sconfitta. Se si cede ad un quartiere che si rifiuta di differenziare si manda un segnale agli altri quartieri periferici: disobbedire è sufficiente a far tornare indietro l’amministrazione. Senza considerare l’automatica delegittimazione degli ispettori ambientali che da due mesi girano per la città sanzionando chi getta rifiuti fuori orario o fuori zona. Gli incivili hanno vinto, almeno per il momento.