Concorso nel tentato omicidio di Yusupa Susso, il gambiano di 21 anni ferito alla testa a colpi di pistola in un sabato di inaudita violenza a Ballarò lo scorso 2 aprile per aver mancato di rispetto ai ‘capoccia’ della zona.

C’è un altro arresto, o meglio la notifica di un ordinanza in carcere, per quel sabato di inaudita violenza fra via Maqueda e il quartiere Ballarò quando, dopo una lite, un uomo poi identificato in Emanuele Rubino, andò a prendere una pistola e, impugnandola, attraversò per centinaia di metri via Maqueda di sabato fra la gente per andare a sparare e Susso.

La Polizia di Stato ha notificato un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal G.I.P. di Palermo Fernando Sestito, su richiesta del Sostituto Procuratore Vittorio Coppola, a carico del pluripregiudicato palermitano  Giuseppe Rubino, 44 anni. Si tratta del fratello di Emanuele Rubino individuato già due giorno dopo la sparatoria come presunto responsabile nel tentato omicidio commesso ai danni di Yusupa Susso, 21enne gambiano residente Palermo.

La vicenda, che ha causato la reazione dell’intero quartiere, marce di solidarietà e numerosi altri arresti, risale al 2 aprile, mentre già il 4 aprile Emanuele Rubino di 28 anni, era stato sottoposto a fermo dagli agenti della Squadra Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti.

Solo un miracolo aveva salvato il giovane Gambiano. Colpito alla testa il proiettile di piccolo calibro entrava ed usciva dal capo senza procurarne la morte. Secondo la polizia le responsabilità del fermato di aprile erano emerse grazie all’acquisizione di alcune registrazioni di sistemi di videosorveglianza, posizionati lungo la via Maqueda, nonché dalle sommarie informazioni rese agli investigatori della Mobile dai due connazionali che si trovavano in compagnia della vittima. Il fermo era stato convalidato dal G.I.P. che, contestualmente aveva emesso un’ Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere a carico del medesimo indagato.

Adesso le indagini, che sono proseguite, secondo gli inquirenti hanno permesso di risalire all’uomo, individuato grazie all’analisi approfondita delle video registrazioni, che era intervenuto in seguito partecipando alla fase finale del delitto. La polizia ha ascoltato altri testimoni fra cui lo stesso Yusupa Susso, nel frattempo ripresosi dalla ferita e  tutti hanno riconosciuto in Giuseppe Rubino fratello maggiore di Emanuele l’uomo che aveva inseguito la vittima poco prima che quest’ultima fosse colpita.