I dati comunicati dall’Amat

Sciopero degli autobus e dei tram dell’Amat a Palermo, alta l’adesione

Sono stati 78 gli autobus su 120 che sono rientrati nelle rimesse, mentre i 14 tram sono tutti rientrati. Quindi l’adesione allo sciopero a Palermo è stata per il 70% dei mezzi su ruota e il 100% sui mezzi su rotaie nel capoluogo siciliano.

I dati sono stati comunicati dall’Amat, l’azienda che si occupa del servizio pubblico di trasporto in città  Lo sciopero è stato indetto dalle 8,30 alle 17,30 dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e il miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali, la garanzia di un futuro per i giovani e un servizio pubblico sicuro ai cittadini. Altro punto a Palermo riguarda la scadenza del contratto per i 90 autisti interinali. Senza nuove assunzioni si rischia circa il blocco di metà delle corse.

Comune di Palermo imbarazzante niente rinnovo contratto per autisti interinali

“La disinvoltura con cui questa Amministrazione sta concludendo il mandato è imbarazzante. L’ultimo esempio scaturisce dal mancato rinnovo del contratto degli autisti interinali che sarà certificato lunedì prossimo. Tale situazione, fa il paio con le assunzioni previste in Amat e bloccate dai ricorsi già pervenuti. Tutto questo non solo è un nuovo evidente danno, materiale e logistico, ai danni dei cittadini che dovranno misurarsi con il dimezzamento delle uscite dei bus di linea ma smentisce clamorosamente la sbandierata volontà politica di costruzione di una seria mobilità sostenibile, moderna ed innovativa, quando non si potrà neppure disporre dell’ausilio degli autisti. Per questo occorre un intervento immediato dell’amministrazione attiva per evitare una nuova drammatica situazione in città ancora alle spalle dei cittadini ormai stanchi di queste contraddizioni e di servizi non altezza. Il rilancio di Amat è indiscutibilmente legato alla rivisitazione del suo contratto di servizio. In ballo ci sono i 111 milioni di euro della messa in mora dell’azienda inviata all’amministrazione e che riguardano crediti nei riguardi della stessa e contenziosi tributari milionari che ne potrebbero minare la continuità aziendale. Chiederò pertanto in terza commissione la convocazione urgente dell’assessore alla mobilità Giusto Catania, affinché si faccia chiarezza sul futuro della partecipata e si scongiuri un ulteriore peggioramento della vivibilità in città”.
Lo ha detto Concetta Amella, consigliera comunale del gruppo Movimento 5 Stelle a Palazzo delle Aquile.

Venerdì nero per i trasporti

Venerdì 25 febbraio è stata, dunque, una una giornata di disagi per chi si muove con i mezzi pubblici. Bus e metro sono infatti a rischio per lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico. La protesta, a poco più di un mese di distanza dall’ultimo sciopero nel settore, è indetta unitariamente dalle sigle di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl per il rifiuto delle associazioni datoriali di avviare una “reale trattativa per il rinnovo del contratto” e per chiedere il “miglioramento delle condizioni lavorative”, sia normative che salariali.

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Il contratto collettivo nazionale Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità Tpl) è scaduto il 31 dicembre 2017: da allora è stato fatto un accordo ponte che ha coperto con un’una tantum il triennio 2018-20, ma in occasione di quell’accordo si era anche stabilito che si sarebbe arrivati al rinnovo entro novembre 2021. L’impegno è stato invece disatteso e così i sindacati sono tornati a protestare. In precedenza c’era stato lo sciopero di 4 ore del 14 gennaio.

“Il tema delle risorse per la diminuzione della domanda di mobilità, dovuta alle misure di contenimento per l’emergenza pandemica e, ancora prima dell’emergenza sanitaria, per i tagli al settore operati negli anni, non possono e non devono essere un pretesto per rinviare all’infinito la chiusura del contratto, anche in considerazione delle cospicue risorse pubbliche stanziate”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferrotranvieri. La questione principale è quella salariale, con le buste paga ferme ancora al 2017. Ma c’è anche il problema della difficoltà crescente per le imprese del tpl di reperire autisti, con i giovani che guardano con sempre meno interesse un settore caratterizzato da bassi salari e alti costi per le abilitazioni professionali.

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