Lavoratori Almaviva Contact di nuovo in piazza stamani a Palermo, in via Ugo La Malfa. Sciopero in corso per la vertenza che coinvolge 621 dipendenti del call center palermitano, in seguito al passaggio da Alitalia ad Ita, la cui commessa è stata vinta dalla ditta Covisian. Dal Ministero del Lavoro, nonostante i tre tavoli di confronto, non è arrivata alcuna soluzione e i sindacati sono molto preoccupati per il futuro dei lavoratori che potrebbero entrare in cassa integrazione. La trattativa è in fase di stallo ed è allarme per oltre seicento famiglie.

 Allarme rosso

Covisian, a detta dei sindacati, non applicherà la clausola sociale che prevede il riassorbimento dei dipendenti di Almaviva Contact Palermo. Ed è sempre più vicina la rottura definitiva dal momento che le parti sociali hanno bocciato le proposte di Covisian.

Quest’ultima aveva dichiarato l’intenzione di mantenere il call center di Palermo, con l’esigenza di formare 60 persone da impiegare nel Customer Care di Ita in maniera temporanea. La proposta di Covisian è di riassorbire circa 380 persone in due anni: 160 subito, altri 180 tra aprile e dicembre 2022, e gli ultimi 40 nel 2023. Proposta però ritenuta “irricevibile” dai sindacati.

Covisian “forma altro personale”

“Dopo il nulla di fatto dell’ultimo incontro ministeriale – denunciano i sindacati in una nota – gli equilibri, già precari, di questa delicata vertenza vengono ulteriormente minati dalla determinazione di Covisian di formare risorse per la commessa ITA, pur non essendo ancora pervenuti ad una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori di Almaviva–Alitalia. Le competenze e le professionalità acquisite in più di venti anni di lavoro non devono essere ignorate”.

L’ordine del giorno dell’Ars

I deputati Ars hanno approvato martedì scorso un ordine del giorno, sostenuto da tutti i gruppi parlamentari, sulla vertenza che coinvolge i lavoratori del call center Almaviva in seguito al passaggio da Alitalia ad Ita. Nessuna notizia dal Governo nazionale per risolvere la vertenza che tiene col fiato sospeso molte famiglie del Palermitano.

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