Palermo

‘Sempredisabato’ il libro della siciliana Maria Grazia Lala candidato al premio Navarro

La tv in bianco e nero che insegnava a parlare l’italiano ad un popolo che non aveva una lingua comune, le piazze che si affollavano di manifestazioni per il referendum sul divorzio, i comizi dei leader politici da Fanfani ad Almirante, calati da Roma sino a Palermo, per spiegare le ragioni del “si” e del “no” ad un’Italia ancora in bilico tra le inevitabili spinte della modernizzazione e la paura di un futuro incerto.

In mezzo le storie personali di tutti i protagonisti: una classe di ragazzi che nel giugno del 1971 prepara gli esami di maturità e si affaccia alla vita con tutto il carico di speranze, illusioni e ironica inconsapevolezza che fa pensare alla meglio gioventù.

Sullo sfondo di una Palermo mai citata, ma vitale e reale, riaffiorano i ricordi ricomposti in un volo della memoria da una compagna di gruppo, Maria Grazia Lala che dà corpo a “Sempredisabato”, il libro edito da Pungitopo e presentato nella sede del circolo Musica e Cultura – Radio Cento Passi, in via Giosuè Carducci, 8.

“E’ stato il mare della vita a restituirmi brandelli di ricordi – spiega Maria Grazia Lala – e così la memoria individuale è diventata prima memoria di gruppo e poi collettiva, con la speranza che il ricordo possa aiutare a non cancellare i fatti del passato e sappia indicarci la strada per il futuro. Il potere tende infatti sempre ad avviare operazioni di rimozione del ricordo per meglio manipolare le nostre vite. È solo ricordando che potremo essere liberi. E la memoria di ciascuno di noi si ricollega sempre ad un gruppo e poi alla collettività”.

Prendono così vita e riemergono le storie di Sara, Giuseppe, Loredana: la loro amicizia si consolida tra aspirazioni future e consapevolezze concrete e durerà tutta la vita, tenuta insieme dalla forza del ricordo. Prende corpo la famosa sezione Gentile, dove i giovani dei fasci imparavano a picchiare gli avversari politici. Proprio da lì arriverà anche Pier Luigi Concutelli , soprannominato “Il comandante” destinato a diventare un killer terrorista, condannato all’ergastolo per il delitto del giudice Vittorio Occorsio. Riemerge anche la storia di Graziella, costretta a fare visita al padre, un boss della mafia condannato al 41 bis, in carcere all’Ucciardone.

Sullo sfondo una città in tensione, che da lì a poco sarà vittima del “sacco di Palermo”, con la cementificazione selvaggia e la guerra di mafia sferzata dai corleonesi in un attacco che arriverà fino al cuore delle istituzioni.
“Erano gli anni del Sessantotto – spiega ancora l’autrice – c’era la riforma della maturità, bisognava scegliere cosa fare da grandi. Si stava insieme con la smania di andare avanti e ci si aiutava senza chiedere nulla in cambio. Era un altro mondo, popolato da inquietudini adolescenziali e grandi entusiasmi. Molti ce l’hanno fatta, alcuni si sono persi, altri sono assenti giustificati. A tutti loro, ai miei compagni di classe, dedico questo libretto”.

(Giusy Ciavirella)

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