Attendendo la Festa dell’Unità in Sicilia la Presidente del Pd isolano usa quella nazionale e lancia da Reggio Emilia la “crociata” delle donne contro il governo meloni ma, al tempo stesso, parla delle priorità del pd in Sicilia che partono dalla battaglia per la doppia preferenza di genere.

L’intervento della Presidente Pd siciliano

“In un tempo in cui il governo cancella i diritti, restringe le libertà e marginalizza ancora una volta le donne, la nostra risposta è questa: esserci, moltiplicare la nostra presenza, unire le esperienze. La nostra rete è una scuola di democrazia: ci insegna che il potere non è mai un privilegio individuale, ma un bene da condividere e da restituire”. Lo ha detto propri la presidente del Pd Sicilia, Cleo Li Calzi, alla Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia, nel corso della quale ha moderato un “panel” della Rete delle elette e delle amministratrici, nell’ambito della piattaforma programmatica della Conferenza Nazionale Donne Democratiche.

Il summit delle donne

Un appuntamento molto partecipato, quello nella sala “Tina Anselmi”, al quale hanno preso parte tra le altre: Sesa Amici, Teresa Armato, Paola Bocci, Chiara Braga, Stefania Bonaldi, Maria Luisa Forte, Marwa Mahmoud, Roberta Mori, Emma Petitti, Stefania Pezzopane.

“Allora la nostra sfida è chiara: costruire – ha aggiunto, durante il dibattito – istituzioni più giuste, territori più inclusivi, città più a misura di tutte e tutti, comunità più solidali. Significa trasformare in politiche le domande che vengono dalle nostre comunità: lavoro, diritti, cura, libertà, giustizia sociale. Ma anche – ha concluso – assumere la responsabilità di non lasciare indietro nessuna, di fare della sorellanza politica uno strumento concreto di cambiamento”.

La battaglia prioritaria in Sicilia

Infine, durante la plenaria – condotta dalla portavoce nazionale delle Donne Dem Roberta Mori e dalla coordinatrice della segreteria nazionale Marta Bonafoni – Li Calzi ha rilanciato la battaglia della doppia preferenza di genere in Sicilia come uno dei punti qualificanti del partito per il conseguimento di una democrazia davvero paritaria.