L’emergenza casa non sembra avere fine a Palermo.
A rivolgere il suo drammatico appello al Comune è stavolta Rosario Zarcone, sfrattato a febbraio, insieme a moglie e due figli, dalla sua abitazione a Ciaculli. Durante lo sgombero la tensione era stata tanta, qualcuno aveva minacciato di togliersi la vita ed erano dovute intervenire in gran numero le forze dell’ordine. Il nucleo familiare aveva ottenuto una proroga di 30 giorni, scaduta il 29 marzo.

La casa è totalmente abusiva, e bisogna abbatterla.
Zarcone e famiglia hanno raccolto le loro cose e sono andati a vivere dalla sorella di lui, ma non vogliono rinunciare alla loro casa, quella casa costruita “dopo anni di sacrifici”.

Aspettano una soluzione dal Comune, una sistemazione, ma sinora nessuna risposta è arrivata. Così Zarcone è tornato nella sua casa e per protestare contro l’amministrazione, armato di pennelli e bombolette spray, ha scritto sui muri frasi di protesta e contestazione, come “Non si tocca la casa. Orlando dimettiti con tutta la giunta” e “Abbandonati a noi stessi”.

Ai microfono di BlogSicilia, Zarcone, che sa di aver commesso un abuso, chiarisce la propria posizione: “Non abbiamo dove andare – spiega – . Al Comune chiediamo di darci la possibilità di metterci in regola; invece di demolire la casa, ad esempio, potremmo pagare un affitto stabilito dall’amministrazione“.

La famiglia Zarcone lamenta di essere stata ‘dimenticata’ dall’amministrazione: “Io e mia moglie abbiamo sbagliato – dice ancora il capo-famiglia – a costruire questa casa abusiva, ma tutti possono sbagliare e noi lo abbiamo fatto per i nostri figli, per dargli un tetto”.

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