Guerra ai diplomifici ma anche un nuovo concetto di scuola con il finanziamento delle “aule immersive” che cambiano l’approccio all’istruzione, lotta anche alla dispersione e poi una riforma che presto la giunta varerà anche nel settore della formazione sostitutiva dell’obbligo ma non soltanto.
Cambia, quindi, anche la Formazione professionale fuori dall’età dell’obbligo scolastico. Lo racconta l’assessore regionale a Formazione e Istruzione Mimmo Turano, ospite di Talk Sicilia: tagliati i corsi per parrucchieri ed estetisti. A breve in giunta anche la riforma complessiva del settore
Diplomifici, Sicilia prima in Italia
Innanzitutto la nuova circolare i “diplomi facili”. L’assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale ha emanato una nuova circolare che contiene indicazioni operative per le scuole paritarie di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2025/2026. Il provvedimento recepisce le recenti disposizioni del decreto legge 45 del 2025, approvato dal governo nazionale, che introduce misure chiare e controlli stringenti per il contrasto dei cosiddetti diplomifici.
In Sicilia, nei primi mesi del 2025, sono state 11 le revoche della parità fra le scuole di secondo grado, di cui 8 a seguito delle ispezioni avviate nell’anno scolastico 2024/2025; mentre il numero di maturandi nelle scuole paritarie è diminuito del 35%. I dati dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia certificano, infatti, una riduzione dei candidati all’esame di Stato provenienti da scuole paritarie nel 2025, passando dai 4.340 dello scorso anno agli attuali 2.798.
Tra le novità contenute nella circolare si prevede che “l’alunno o lo studente può sostenere nello stesso anno scolastico, presso una scuola del sistema nazionale di istruzione, gli esami di idoneità per non più di due anni di corso successivi a quello per il quale ha conseguito l’ammissione per effetto di scrutinio finale”, in linea con le disposizioni volute dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.
“Sono uno degli assessori più odiati d’Italia e ne sono cosciente – esordisce Turano a Talk Sicilia – Perché l’opera di moralizzazione delle scuole private che non facevano bene il proprio dovere mi ha consegnato questo titolo. Io penso che questa battaglia appartiene a tutti i siciliani onesti che si riconoscono invece in un progetto di crescita vera del territorio e di valorizzazione delle competenze. Insomma, per farla breve, il diploma non si compra, non si regala e soprattutto non si vende. Si conquista con il merito, con l’impegno, col sacrificio, con la dedizione e in cinque anni di duro lavoro”
“L’anno scorso in Sicilia nelle scuole pubbliche si sono iscritti all’esame di diploma 41900 persone. Quindi buona parte di quelle persone l’anno scorso hanno conseguito il diploma. Quest’anno si sono iscritti quarantun mila e 600 ragazzi che in questi giorni stanno terminando l’esame di maturità per conseguire il diploma. Una leggera flessione fisiologica”.
“Andiamo alle scuole paritarie. L’anno scorso in Sicilia si sono iscritti 4500 ragazzi per conseguire il diploma in una scuola paritaria. Quest’anno 2700 cioè il 35% in meno rispetto all’anno scorso ha fatto ricorso a questo sistema a fronte di un numero totale dei diplomandi praticamente invariato”.
“Abbiamo chiuso le scuole che vendevano il diploma. Abbiamo chiuso tutte quelle scuole che promuovevano il ‘cinque anni in uno’. Ma l’avete sentita dire mai una sciocchezza di questo tipo: un ragazzo che non va bene nella scuola pubblica all’improvviso diventa così brillante da riuscire a conseguire il diploma a casa in un solo anno”.
“Ma non è una battaglia contro le paritarie. Al contrario è una battaglia in difesa delle tante scuole private paritarie che gestiscono benissimo la propria attività e che vanno premiate e non possono essere infangate dal sentire generale derivante da quel che fanno alcuni”
Il dimensionamento scolastico, altro tema di scontro
“È stata una delle cose più complicate che ho dovuto affrontare perché a fronte di una legge nazionale che imponeva il taglio delle presidenze io mi sono trovato a essere costretto a cercare di capire come poter creare un equilibrio. Faccio un esempio: in provincia di Palermo ho mantenuto una scuola che ha soltanto centotré alunni. L’ho fatto facendo degli accorpamenti in città e mettendo insieme anche una scuola con 2000 alunni pur di non penalizzare la scuola piccolina che sorge a Ustica. Potevo mai togliere la presidenza della scuola ad Ustica nonostante fosse una scuola piccolina? Sarebbe stato un torto a quella comunità che già di suo sconta mille sacrifici per la sua condizione di isola. Invece a Palermo se c’è qualche presidenza in meno non se ne accorge nessuno”.
“Qualcuno si scontenta ugualmente ma il Governo nazionale ha assunto impegni con l’Europa a fronte di fondi del Pnrr. Questa riorganizzazione andava fatta perché ci permette di utilizzare fondi Pnrr. Se oggi riusciamo a sistemare tante scuole, a realizzare palestre, spazi comuni, biblioteche, auditorium, mense, questo è reso possibile dai soldi dell’Unione europea che permettono di raggiungere questo obiettivo”.
“La Sicilia mantiene i suoi impegni e uno di questi impegni riguardava il dimensionamento scolastico ed è stato un dimensionamento molto complicato ma lo abbiamo fatto”.
La dispersione scolastica, un tema dolente in Sicilia
“Sì, è ancora un tema dolente però dobbiamo dirle tutte le cose. Quest’anno il report Istat ci dice che la dispersione scolastica registra per la prima volta un trend in discesa. E questo, dico io, avviene perché abbiamo realizzato, grazie a quei fondi europei, 207 palestre su 705 scuole”.
“Ci aiuta, nella lotta alla dispersione, aver realizzato numerose aule immersive: solo l’anno scorso ne abbiamo finanziato 127, quest’anno ne stiamo finanziando un centinaio in tutte le scuole. E questo permette alle scuole di avere un appeal diverso. La scuola non è soltanto un luogo formativo, un luogo didattico. La scuola deve, nell’orario extracurriculare rimanere aperta per combattere il fenomeno della dispersione scolastica. Avere la mensa per permettere ai ragazzi di rimanere a pranzo, offrire l’orario prolungato. Noi tutto questo lo stiamo facendo, con infinita fatica, perché da un lato tagliamo per il dimensionamento, dall’altro garantiamo dei servizi. Sembra che i risultati cominciano ad arrivare. Ma i risultati di una simile politica si misura in 10-15 anni non in mesi”
La Formazione professionale, un altro punto dolente
“Ho detto in premessa che sono un assessore odiato, e questo è un altro motivo. Quando ho cominciato il lavoro sulla Formazione ho cambiato il paradigma del finanziamento. Prima la Regione finanziava l’offerta, cioè quello che gli enti di formazione proponevano e io non ho nessun appunto da fare agli enti di formazione perché non essendoci regole gli Enti facevano quello che già conoscevano”
“Ho trovato che su 116 milioni di euro del penultimo bando che è stato pubblicato, 86 milioni di euro sono andati soltanto alla formazione di operatori del benessere quindi parrucchieri, estetisti e simili. Ma è possibile che in sicilia servano solo queste figure? Non è possibile, servono specialisti in nuovi mestieri così ho cambiato paradigma non finanziando più l’offerta ma la domanda ovvero abbiamo fatto uno studio su quello che il mercato richiede e spostato su questa formazione l’interesse della Regione”.
“E’ una riforma coraggiosa che in parte abbiamo già fatto per via amministrativa. Mira da un lato a valorizzare gli enti di formazione, dall’altro dare risposte alle richieste del mercato e in terza analisi, usando correttamente i fondi, a continuare a poter contare sulle risorse europee”
A quando la legge di riforma?
“Io penso che in Giunta di Governo approveremo rapidamente questa riforma. La faremo e coinvolgeremo anche le università e gli enti di ricerca per permettere di creare quelle nicchie di super competenti che oggi il mercato chiede”.






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