“Ad oggi non si dispone dei documenti consuntivi degli enti per il 2017”. Lo scrive il governo nel rendiconto della Regione per il 2017, approvato nei giorni scorsi dalla giunta. Nel documento, il governo da’ conto di avere dato pareri su 42 rendiconti, 21 bilanci di previsione, tre variazioni di bilanci di previsione e dieci regolamenti contabili. In totale tra enti regionali e società controllate si contano 162 soggetti giuridici sotto il controllo della Regione. Il governo evidenzia le tante circolari emanate con le quali si avvertono gli enti di mettersi in regola e sottolinea che “l’applicazione delle nuove disposizioni dell’armonizzazione contabile ha indotto maggiori controlli, sia interni sia esterni all’ente; per altro verso sono emerse maggiori criticità, per le quali sono stati resi numerosi pareri tecnico-contabili non favorevoli sui bilanci e hanno contribuito ai ritardi nella predisposizione dei bilanci di previsione e nell’adeguamento dei regolamenti contabili interni”.

Si tratta soltanto di uno degli aspetti del rendiconto generale che dimostra, èperò, una diminuzione della spesa generale anche se in presenza di debiti fuori bilancio non trascurabili.

Il calo nel 2017 è stato del 25,9% rispetto agli impegni assunti nell’anno precedente. Per il personale la spesa è diminuita dello 0,37%, pari a circa 12 milioni di euro, mentre è dell’1% la diminuzione per organi istituzionali, rappresentanza, convegni e mostre.

Nel documento di 183 pagine viene sottolineato che “la gestione del bilancio della Regione dell’esercizio 2017 è stata improntata, come nel 2016, alla severità e al rigore pur in presenza della persistenza della crisi economica che ha timidamente manifestato elementi di ripresa, senza trascurare da un lato la necessità di far fronte agli interventi nel campo socio-assistenziale e di sostegno del tessuto imprenditoriale e dall’altro ad una attività volta ad una sempre più fedele rappresentazione contabile delle risorse finanziarie affiancata ad una azione finalizzata al recupero di risorse finanziarie in passato sottratte alla finanza regionale”.

Per il governo Musumeci “ciò ha permesso di proseguire nel risanamento finanziario già avviato nell’esercizio 2015 per cui a fronte delle coperture dei disavanzi generati dalle gestioni degli esercizi precedenti al 2015 i risultati di gestione incoraggianti consentono di prevedere un periodo di ammortamento dei medesimi disavanzi ridotto rispetto a quanto ipotizzato inizialmente”.

“I risultati positivi – si legge nel rendiconto – sono comunque realizzati pur in presenza di pesanti obbligazioni del passato cui si è fatto fronte con le leggi regionali, e in particolare degli oneri relativi ai pignoramenti e ai pagamenti in conto sospeso senza pregressa copertura si procederà con il riconoscimento con un apposito disegno di legge che affiancherà l’approvazione del rendiconto”. Il governo quindi auspica “che il trend degli ultimi tre esercizi possa proseguire, e che nel concretizzarsi dell’auspicato consolidamento e rafforzamento della ripresa economica, si possa assicurare il diffondersi dei benefici affiancandoli a una solidità del bilancio regionale”.

Nonostante la diminuzione della spesa si registrano debiti fuori bilancio per 44,5 milioni di euro. Il governo Musumeci si trova costretto a contabilizzarli e per farlo, la giunta ha approvato un disegno di legge che sarà portato all’Ars per l’approvazione, assieme al rendiconto generale della Regione per il 2017. A incidere sulla massa debitoria fuori bilancio sono stati soprattutto i pignoramenti, partite contabili sospese per espropriazioni forzate presso terzi per un importo complessivo di circa 25,8 mln: la cifra maggiore, per 19,3 mln, riguarda l’assessorato alla Formazione. E’ di 18,7 mln invece la partita imputata agli ordinativi di pagamento in conto sospeso emessi esclusivamente in presenza di titolo esecutivo derivate da procedimenti giurisdizionali: la quota maggiore è imputata alle Attività produttive, 7,3 mln. Altri 8.318,18 euro riguardano le commissioni bancarie per l’utilizzo dei Pos nei poli museali, la cui regolarizzazione compete al dipartimento dei Beni culturali.