Non c’è pace per la Regione siciliana. Anche l’ultima riforma approvata dall’Ars, il Testo Unico edilizia, viene impugnato dal Consiglio dei ministri. La decisione è stata assunta oggi e riguarda la legge della Regione Siciliana n. 16 del 10/08/2016, ‘Recepimento del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia’.

L’impiugnativa viene stabilita inquanto una norma riguardante gli impianti di energia rinnovabile esula dalle
competenze legislative attribuite alla Regione dallo Statuto speciale e contrasta con la normativa statale in materia di
tutela dell’ambiente, in violazione dell?articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione.

“Altre norme – si legge in un comunicato della presidenza del Consiglio – in materia di edilizia eccedono dalle competenze statutarie, ponendosi in contrasto con l’ordinamento comunitario e la disciplina statale in materia di tutela dell’ambiente, in violazione dell?articolo 117, primo comma e secondo comma, lettera s), Cost., e invadendo
altresi’ le materie dell?ordinamento civile e penale di cui all’art. 117, lett. l), Cost. e i principi fondamentali in
materia di protezione civile, riservati allo Stato dall’articolo 117, terzo comma, della Costituzione”.

Uscendo dalla terminologia tecnico giuridica la legge approvata dall’Ars, secondo il Consiglio dei Ministri, travalica le competenze stabilite dallo statuto autonomistico. si tratterebbe di materia che deve essere regolamentata dallo stato e non può essere oggetto di legge da parte di una Regione anche se a Statuto Speciale.

Si tratta, di fatto, della quarta impugnativa su quattro leggi di riforma approvate dal parlamento regionale. Un successo per il governo e per la legislatura. Prima di questa erano state impugnate le riforme delle province (quattro volte), il bilancio di previsione triennale, la Riforma dell’acqua pubblica.

Getta acqua sul fuoco e precisa che la legge resta in vigore la relatrice del provvedimento Valeria Sudano “Sono stati impugnati – dice a BlogSicilia – esclusivamente un articolo e due commi marginali nell’impianto generale della norma che non viene intaccato dal provvedimento del Consiglio dei Ministri. la norma nel suo complesso e gli effetti riformatori che porta con se restano intatti e pienamente in vigore”