I giudici del Tar della prima sezione presieduto da Salvatore Veneziano hanno respinto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni ambientalista contro la realizzazione l’osservatorio astronomico da realizzare su Monte Mufara.

Il ricorso degli ambientalisti

Il ricorso è stato presentato da Legambiente Sicilia Aps Ets, Club Alpino Italiano Sicilia Aps Ets, Wwf Sicilia Nord Occidentale Odv Ets, LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli Odv, contro l’ente parco delle Madonie, e la Sovisma Spa, Agenzia di Sviluppo Locale delle Madonie, e dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Esa, Agenzia Spaziale Europea, dell’assessorato del territorio e dell’ambiente della Regione Siciliana, dell’Aasessorato Beni Culturali e Identità Siciliana della Regione Siciliana, Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo.

La richiesta degli ambientalisti

Gli ambientalisti chiedevano la sospensione con la quale con la quale l’Ente Parco ha espresso “parere favorevole, ovvero nulla osta” in merito alla “Realizzazione dell’osservatorio astronomico e costruzione di strada di accesso all’osservatorio e opere connesse” e la determina della conferenza dei servizi decisoria indetta dallo sportello unico attività produttive denominato “Suap Madonie Associato” per l’approvazione del progetto volto alla “realizzazione osservatorio astronomico, costruzione di strada di accesso all’osservatorio, realizzazione e posa in opera di una linea di media tensione per alimentazione elettrica, derivazione di linea in fibra ottica da manufatto esistente, derivazione di linea d’acqua da linea esistente.

Le Associazioni ambientaliste avevano presentato istanza urgente in quanto in data 27 agosto erano iniziati, in assenza di alcuni pareri e autorizzazioni, i lavori per la realizzazione di imponenti opere: sbancamenti del sito protetto, 3.540 mc di volume edilizio, un edificio di altezza di oltre 13 metri fuori terra, una superficie di 800 mq, la realizzazione di una nuova strada carrozzabile per l’accesso sulla cima integra della montagna ed un parcheggio a servizio dell’osservatorio.

Il TAR ha accolto anche la richiesta istruttoria presentata dalle Associazioni ambientaliste di acquisire una serie di documenti presso tutti gli enti interessati, in quanto la procedura sinora seguita è stata caratterizzata da forzature procedurali e mancato rispetto di alcune norme.

Perché non è stata accolta la sospensiva

La sospensiva per per bloccare la realizzazione del telescopio Flyeye, non è stata accolta perché la vera autorizzazione è stata rilasciato dal Suap madonita, nel maggio 2023 e la Legambiente e le altre associazioni ne erano venuta certamente a conoscenza almeno nel mese di novembre dello stesso anno. E’ quanto hanno fatto rilevare gli avvocati Girolamo Rubino e Maria Beatrice Miceli che assistono rispettivamente l’ente parco delle Madonie, la Sovisma spa, agenzia di sviluppo locale delle Madonie. Avvocati che hanno ribadito che contrariamente alle tesi delle associazioni ambientaliste, il progetto dell’osservatorio astronomico risulta compatibile con i vincoli vigenti all’interno del Parco delle Madonie dove è espressamente consentita la realizzazione di strutture destinate alla ricerca scientifica.

Schifani: “Apprezzamento per decisione del Tar, grande possibilità di sviluppo”

“Esprimiamo il nostro vivo apprezzamento per la decisione del Tar di respingere la richiesta di sospensiva riguardante la realizzazione dell’osservatorio astronomico Flyeye su Monte Mufara. A questo importante progetto il mio governo ha creduto fin dall’inizio della legislatura e si è attivato in tal senso per la risoluzione di alcune problematiche che stavano mettendo a rischio l’investimento: prima dichiarando l’opera di interesse strategico regionale e successivamente chiedendo al parlamento nazionale l’approvazione di un’apposita norma che rimuovesse i vincoli urbanistici per la realizzazione del progetto. Abbiamo sempre ritenuto e ne siamo fortemente convinti che l’operi rappresenti un’opportunità unica per lo sviluppo della ricerca astronomica e per il rafforzamento del territorio madonita come punto di riferimento per la scienza e la tecnologia”.

Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando la sentenza del Tar di Palermo che ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni ambientaliste.

Varchi: “stop a polemica strumentale”

“La pronuncia con cui il Tar ha respinto il ricorso di alcune associazioni ambientaliste contro l’installazione del telescopio FlyEye sulle Madonie mette fine a una polemica strumentale che rischiava solo di creare un danno alla Sicilia e all’Italia”. Lo dichiara Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia.
“Il telescopio FlyEye – aggiunge – è un asset di rilevanza strategica e non a caso il Consiglio dei Ministri aveva stabilito che non può essere sottoposto a vincoli di nessuna natura. Il ricorso degli ambientalisti rischiava di far perdere una grande occasione al Comune di Isnello e a tutto il territorio delle Madonie, privandolo di una struttura di importanza mondiale, voluta in quel sito dall’Agenzia spaziale europea. Il Tar oggi ha riconosciuto il buon operato del governo – conclude Varchi – e in particolare del Ministro Urso, che ringrazio”.

Ambientalisti: “La battaglia continua”

Ma le Associazioni Ambientaliste CLUB ALPINO ITALIANO, LEGAMBIENTE SICILIA, LIPU e WWF SICILIA precisano che il ricorso è stato dichiarato irricevibile per tardiva impugnazione degli atti.

“Non solo non sono stati presi in esame i profili sollevati ma addirittura l’Agenzia Spaziale Europea stamattina si è costituita al solo fine di fare valere l’immunità di giurisdizione e di esecuzione di cui godrebbe”.

Per le Associazioni rimangono in piedi il merito delle contestazioni al progetto e nei prossimi giorni saranno valutate le ulteriori azioni da intraprendere, compreso il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per violazione della Convenzione di Aarhus e del diritto comunitario su ambiente e partecipazione, anche per rispondere alle tante voci che hanno chiesto di salvare Monte Mufara sottoscrivendo l’appello promosso dalle associazioni ambientaliste.