Sarà la corte costituzionale a stabilire se le tariffe per la vendita dell’acqua decise dalla giunta regionale presieduta da Renato Schifani sono legittime o meno. Sono stati i giudici del Tar di Palermo a sospendere la decisione sul ricorso presentato dall’Amap di Palermo, la società che gestisce il servizio idrico a Palermo e in provincia, difesa dagli avvocati Antonino Frenda e Giovanni Immordino, contro i provvedimenti regionali.
La giunta Schifani ha approvato le tariffe per la vendita dell’acqua all’ingrosso a livello di sovrambito e lo schema regolatorio per il servizio correlato alle opere di approvvigionamento idrico presentati dal gestore Siciliacque, relativamente al periodo 2016-2019 e all’aggiornamento biennale 2018-2019. Le proposte tariffarie e lo schema regolatorio proposti dall’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità sono approdati in Giunta dopo il parere favorevole dei componenti della Cir, la Commissione idrica regionale. Il provvedimento fissa il costo dell’acqua, confermando la tariffa applicata da Siciliacque dal 2016 (ovvero 0,69 euro a metro cubo). C’erano stati dei pronunciamenti contro queste tariffe.
L’Amap si era opposta ai provvedimenti della Regione w ha presentato ricorso al Tar per chiederne l’annullamento.
Adesso i giudici della prima sezione del Tar presieduta dal Salvatore Veneziano hanno inviato gli atti alla corte costituzionale per il controllo di legittimità.
Saranno i giudici della consulta a stabilire se le tariffe applicate siano legittime o meno.
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