Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in maniera esponenziale e i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, sono passati dal +10,9 al +12,7%. Quindi fare la spesa oggi costa quasi il 13% in più rispetto allo scorso anno. Come risulta dai dati dell’ISTAT, gli aumenti riguardano tutti i reparti del supermercato, a partire da quelli al consumo che hanno fatto registrare un incremento del 3,4% su base mensile e dell’11,8% su base annua.

L’indagine ADOC Sicilia

La segreteria regionale ADOC APS Sicilia ha promosso un’indagine, che si è svolta dal 25 ottobre al 5 novembre, che offre una condizione generale dei prodotti di prima necessità, comparando i prezzi tra vari supermercati Discount, ma anche nelle grandi catene.

Dalle tabelle emerge un trend di crescita dei prezzi dei beni di prima necessità, sia delle marche più note, sia in riferimento ai prezzi dei prodotti dei Discount che dovrebbero essere più contenuti.

Secondo l’ADOC (l’Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) si evince che tutte le strategie messe in campo sinora dal Governo per contenere il rincaro dei prezzi e l’aumento dell’inflazione non sono bastate, risultando anzi inadeguate a scapito di tante famiglie oggi in difficoltà.

I dati Istat

In realtà anche l’ISTAT ha recentemente confermato il fallimento del Patto anti-inflazione, facendo presente che nel mese di ottobre i prezzi degli alimentari sono aumentati anziché diminuire. Non soltanto tra i prodotti interessati al “patto salva-spesa” sono rientrati soltanto quelli dei marchi dei supermercati aderenti, con correlata esclusione della maggior parte dei prodotti più acquistati, ma è risultato che l’intervento governativo ha dato esiti addirittura negativi.

Se è vero che nel mese di ottobre, l’inflazione ha registrato una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base annua, è anche vero che ciò è dovuto prevalentemente dalla diminuzione contenuta dei prezzi dell’energia, e solo in misura minore dal costo degli alimentari. Di fatto il patto anti-inflazione non risolve i problemi di migliaia di famiglie.

Il fenomeno della shrinkflation

Il costante aumento dei prezzi porta il consumatore a stare sempre più attento a cosa acquista e in particolare al prezzo che sta pagando per la quantità sempre più contenuta: è infatti sempre più diffuso il fenomeno della shrinkflation, che consiste nella tendenza dei produttori a ridurre le quantità all’interno delle confezioni, mantenendo però il prezzo invariato. In altri casi, invece, il prezzo della confezione subisce, seppur in misura limitata, un aumento a fronte della riduzione del suo contenuto. È uno stratagemma che viene utilizzato per aumentare i prezzi in maniera poco trasparente, senza che un consumatore poco attento se ne accorga.

La situazione è peggiorata ulteriormente a seguito del rincaro dell’IVA sui beni per l’infanzia (pannolini e latte in polvere) e degli assorbenti che – dopo solo un anno – con la legge di Bilancio tornerà dal 5% al 10%. Prezzi che, invece di essere abbattuti come accade in altri Paesi europei, torna invece ad alzarsi.