Troppo scollata. Quel seno così esposto ha, evidentemente, mandato in tilt il custode del museo d’Orsay, a Parigi, che ha impedito l’ingresso a una giovane studentessa di lettere. La ragazza, Jeanne, ha denunciato il fatto con una lettera aperta pubblicata su twitter, diventata virale, scatenando una valanga di messaggi di solidarietà e di critiche all’istituzione francese. Che, poi, si è scusata sempre via social e con una telefonata alla involontaria protagonista della vicenda.

La ragazza ha scritto di essere stata bloccata all’ingresso a causa della scollatura che mostrava il suo seno. Quando ha provato a mostrare la sua prenotazione al custode, quello l’ha bloccata, senza dire il motivo, ma fissando la sua scollatura; allo stesso modo, un altro agente della sicurezza e un altro responsabile arrivati sul posto, alle sue rimostranze le hanno chiesto di calmarsi, dicendo soltanto “Le regole sono regole”. “Ho chiesto esplicitamente se il problema fosse il mio seno”, scrive la ragazza, “non mi hanno risposto, ma fissavano insistentemente il mio decollete. Mi sono sentita estremamente imbarazzata”. I custodi le hanno intimato di indossare una giacca; la studentessa ha prima protestato, ma poi si è “arresa”, ha messo la giacca ed è entrata nel museo.


Poi si è presa una rivincita, anzi, due: prima si è fatta fotografare seduta nelle sale del museo col vestito senza giacca e poi ha ricevuto le scuse della direzione. Nonostante il regolamento desse ragione ai custodi che, in determinate condizioni, possono vietare l’accesso ai visitatori. Secondo l’articolo 7 del regolamento del museo, i visitatori devono avere un abbigliamento e un comportamento decenti ed è vietato l’accesso, tra l’altro, a chi indossi abiti in grado di turbare o disturbare la tranquillità pubblica.


Tantissimi i messaggi di solidarietà; qualche ragazza le ha persino chiesto informazioni sul vestito che indossava e dove l’avesse comprato.

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