I giudici del tribunale di Termini Imerese, presidente Sandro Potestio, hanno restituito parte del denaro sequestrato a Giuseppe Salerno funzionario in pensione addetto all’ufficio regionale  dell’ispettorato provinciale dell’agricoltura di Palermo sede elle Petralie (Uia)  finito in un’inchiesta insieme a imprenditori, professionisti e altri funzionari sulle frodi all’Unione Europea sui finanziamenti legati al comparto agricolo.

Salerno era stato uno di quelli più colpiti dal sequestro per equivalente disposto dal gip. Essendo appena andato in pensione, i militari della guardia di finanza trovarono sul suo conto tutto il trattamento di fine rapporto incassato da qualche giorno. Circa 120 mila euro che finirono nelle casse dello Stato in attesa della conclusione del processo. Grazie all’istanza presentata dall’avvocato Salvatore Sansone che difende l’ex funzionario alla luce della sentenza della corte di cassazione a sezioni riunite depositata lo scorso 8 aprile è stata chiesta  e ottenuta la restituzione di parte delle somme sequestrate.

Con un nuovo orientamento giurisprudenziale infatti,  la suprema corte rassegna e riordina  i temi che giustificano e legittimano il sequestro e la confisca. In sintesi la Cassazione stabilisce che  in caso di concorso di persone nel reato, è esclusa ogni forma di solidarietà passiva. Pertanto, il sequestro o la confisca sono disposti nei confronti del singolo concorrente limitatamente a quanto dal medesimo concretamente conseguito con la propria condotta di reato.

Ogni accertamento è soggetto al principio di proporzionalità ed è oggetto di prova nel contraddittorio fra le parti, la confisca e il sequestro devono discendere dalla prova della derivazione causale del bene rispetto al reato. Nei confronti del  Salerno,  al quale era stato sequestrato l’intero Tfr, non era stato rispettato il principio della proporzionalità.  Le somme allo stesso sequestrate per equivalente sono state quindi rimodulate e ridistribuite tra tutti gli altri imputati coinvolti. Dei complessivi 120.000  euro sequestrati soltanto 39 mila restano ora nelle casse dello Stato,  il resto deve essere restituito. Salerno insieme ad altri professionisti e funzionari resta sottoprocesso a Termini nell’inchiesta sulla truffe ai danni dell’Ue, dello Stato e della regione siciliana, coordinata dalla procura europea. Sono coinvolte 22 persone accusate di associazione a delinquere, corruzione e truffe.

Salvatore Sansone, avvocato

“Il mio cliente, soggetto ai lunghissimi tempi di attesa per l’erogazione del TFR che ormai sono propri della Pubblica amministrazione, – dice l’avvocato Salvatore Sansone difensore di Salerno – ha ricevuto la liquidazione del suo trattamento di fine rapporto solo nell’estate del 2022, proprio in concomitanza con l’inizio del procedimento penale che lo coinvolge.

Per tale ragione la notifica delle indagini a suo carico oltre sconvolgere emotivamente la sua esistenza è coincisa con l’applicazione di una misura cautelare reale che lo ha privato dell’intero importo della sua liquidazione, sconvolgendo l’equilibrio economico finanziario della sua famiglia. Accanto a validissime ragioni di difesa che faremo valere nel processo per contestare la fondatezza delle accuse a suo carico, osservo che il nuovo orientamento della Suprema Corte in tema di sequestro per equivalente, ci ha permesso di porre rimedio ad una gravissima sperequazione che comprometteva gravemente la posizione economica e familiare del mio assistito.