Via libera all’italicum. La nuova legge elettorale è immediatamente applicabile con una serie di modifiche di semplice emanazione. Lo ha deciso ieri la consulta che ha cassato il turno di ballottaggio e introdotto un meccanismo di sorteggio per le pluricandidature in caso di elezione in più di un collegio per i capilista bloccati. Una scelta che rilancia la corsa alle elezioni anticipate per il rinnovo di Camera e Senato.
L’eventualità più probabile, all’indomani del pronunciamento della consulta, è quella di elezioni a giugno e questo potrebbe avere conseguenze sulle amministrative in Sicilia. In primavera, infatti, andranno al rinnovo 127 comuni isolani e fra questi il capoluogo Palermo. L’eventuale accorpamento con le elezioni politiche farebbe venire meno la polemica attuale sull’uso dei simboli di partito.
Uno ‘scontro in corso sia fra Ferrandelli e Forza Italia che fra Orlando e il Pd o forse meglio sarebbe dire all’interno del Pd. L’accorpamento delle elezioni alle politiche farebbe venir meno la questione: si andrebbe quasi obbligatoriamente tutti al voto con i simboli.
Ma il voto anticipato a giugno potrebbe far scattare anche lo slittamento delle regionali d’autunno. La legge permette il rinvio fino a 180 giorni dalla fine del mandato e visto che per votare a ottobre si dovrebbe far campagna elettorale in piena estate e senza soluzione di continuità con le politiche e le amministrative, considerato il fatto che un turno autunnale è anomalo, si potrebbe scegliere di accorpare le regionali alle amministrative 2018 quando toccherà, ad esempio, anche a Catania.
Situazione in divenire, dunque. Se ne capirà di più nei prossimi 15 o 20 giorni dopo che le Camere decideranno come procedere con la definizione della normativa elettorale in base alle disposizioni della Corte Costituzionale
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