Dopo le esternazioni del Presidente della Regione che annuncia l’intenzione di presentare una riforma del regolamento d’aula all’Ars per evitare di restarne ostaggio le opposizioni si preparano alle barricate.
Voto segreto ormai è un’ossessione
“Il presidente della Regione ha un’ossessione: il voto segreto e le altre norme che regolano la vita del Parlamento siciliano. Il governatore nella sua conferenza stampa di fine anno non ha annunciato riforme di settore o provvedimenti di legge importanti, si è, invece, cimentato nel solito stucchevole ritornello contro il voto segreto e il regolamento dell’Ars: se ne faccia una ragione, quelle norme hanno sempre garantito il funzionamento dell’Ars e la libertà dei deputati, non riuscirà a intaccarle” dice il deputato del Partito democratico all’Ars, Nello Dipasquale, in risposta alle dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana.
“Schifani parla come se in Finanziaria ci fosse stata una opposizione ‘cattiva’ e con atteggiamento ostruzionistico su tutto – osserva Dipasquale -, tornando così ad agitare il vessillo dell’abolizione del voto segreto, ma non c’è nulla di più falso. Abbiamo avuto un atteggiamento responsabile e non abbiamo mai chiesto il voto segreto sugli articoli che il governo reputava fondamentali – ricorda ancora il parlamentare Dem -. Obiettivi come l’aumento delle giornate lavorative per i Forestali, la stabilizzazione dei lavoratori Esa e altri importanti provvedimenti per il lavoro sono stati raggiunti solo grazie al senso di responsabilità dell’opposizione. Le condizioni per bocciare tutto c’erano ma non siamo dei distruttori, abbiamo senso delle istituzioni e ferma volontà di tutelare i siciliani. Il presidente della Regione avrebbe potuto ricordare tutto questo nella sua conferenza stampa – aggiunge – e invece si è dimostrato ancora una volta un governatore piccolo, oltre che inadeguato al ruolo”.
Dipasquale guarda alla maggioranza
Dipasquale poi invita Schifani a “guardare alla sua stessa maggioranza: è stato il centrodestra – evidenzia – a stravolgere la Finanziaria approvata dal governo facendola passare da 28 a 134 articoli. Se Schifani è in cerca dei responsabili dell’ostruzionismo – ancora il deputato ragusano del Pd – li cerchi nelle file della sua coalizione”.
Dipasquale poi conclude: “Il presidente della Regione non pensi di potere commissariare l’Ars, dove alcuni strumenti regolamentari sono sempre stati usati con parsimonia e con raziocinio. Basta con questo atteggiamenti irrispettosi verso il Parlamento. Il regolamento di Sala d’Ercole non cambierà”.
Di Paola: “Schifani guardi al fallimento del suo governo”
“Parlamento paralizzato? Condivido in toto questa affermazione di Schifani, che non fa altro che certificare quello che è sotto gli occhi di tutti: il suo governo ha totalmente fallito. Il presidente non cerchi, però, alibi nel regolamento dell’Ars. La vera causa della sua disfatta, che sta portando la Sicilia al baratro, è una sola: la sua maggioranza inesistente, unita solo da un unico obiettivo, coltivare il proprio orticello a fini esclusivamente elettorali” afferma il coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars, Nuccio Di Paola.
“Il governo Schifani – continua Di Paola – sarà ricordato per le riforme mancate, per le inchieste che lo hanno travolto, per aver derubato la Sicilia di un miliardo e 300 milioni destinati allo sviluppo dell’isola e per la vergognosa spartizione delle poltrone della sanità, sulla quale il disastroso operato dell’esecutivo regionale rischia di mettere la pietra tombale. La cosa assurda è che Schifani ha pure la faccia tosta di lamentare l’invasione della sanità da parte della politica, quando la sua maggioranza in questo ambito ha mostrato, urbi et orbi, di non avere rivali. La finisca pertanto di prenderci in giro, i siciliani non hanno l’anello al naso. La finisca pure di autoincensarsi per risultati che vede solo lui. Se proprio vuole che qualcuno gli dica bravo, se lo faccia dire da uno dei suoi assessori, magari facendosi assegnare un nuovo premio con tanto di cena di gala in un resort di lusso. Tanto pagano sempre i siciliani”.






Commenta con Facebook