operazione della mobile di ragusa

Comiso, distruggevano cavi Telecom per estrarre il rame: tre arresti (FOTO E VIDEO)

Rubavano i cavi della Telecom, ma erano specializzati anche nei furti in abitazione e nella ricettazione di armi.

E’ quanto scoperto dagli agenti della Squadra Mobile di Ragusa e dai colleghi del Commissariato di Comiso che con l’operazione denominata ‘Hot line’ hanno arrestato tre persone. In manette sono finiti Andrea D’Angelo, Jacopo Verzeroli e Fermando D’Amanti. Un altro indagato, per motivi di salute, è stato soltanto denunciato.

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L’indagine è stata avviata dopo due complesse operazioni denominate “Alta Tensione” 1 e 2 che hanno permesso di ridurre quasi del tutto i furti di cavi di rame per la conduzione dell’energia elettrica ai danni dell’Enel.

In occasione delle due importanti operazioni, i dirigenti del settore sicurezza di Telecom spa, hanno contattato gli uffici della Questura di Ragusa per chiedere uno specifico intervento a tutela delle linee telefoniche ed in particolar modo degli utenti, spesso proprietari di aziende del settore agroalimentare e zootecnico della provincia di Ragusa che subivano ingenti danni alle loro attività.

L’esame del fenomeno criminale dei furti di rame ai danni di compagnie di fornitura di energia elettrica era già ampiamente conosciuto, di contro quello dei cavi per linee telefoniche non era ancora stato studiato in modo approfondito.

Un esame approfondito di tutti i reati subiti dalla Telecom ha permesso agli investigatori di concentrare i propri sforzi investigativi nel territorio di Comiso, dove, grazie alla collaborazione del gestore telefonico e quindi l’installazione di diverse telecamere, è stato possibile dare avvio all’attività portata a termine.

Dalle telecamere installate emerge che i tre indagati dopo che distruggevano le linee telefoniche, prelevavano i cavi telefonici per bruciarli (da qui il nome dell’operazione “Hot Line”).

L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire diversi fatti reato da loro commessi nel territorio di Comiso e ad Acate da giugno ad agosto 2015.

Durante le indagini sono stati sequestrati monili in oro di ingente valore ed armi lunghe con relativo munizionamento. Tra le armi sequestrate anche un fucile a canne mozze con matricola abrasa. La Polizia Scientifica sta comparando l’arma con quelle utilizzate in crimini sull’intero territorio nazionale.

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