Il sistema sanitario del Brasile è messo a dura prova dalla pandemia Covid-19 rischia il collasso, gli ospedali della capitale sono pieni al 90% (niente più spazi per ammalati e posti letto per le terapie intensive. “Se non restiamo a casa” – ha dichiarato Covas, il sindaco di San Paolo “non riusciremo ad arginare i contagi. E’ difficile credere che alcuni preferiscano sottoporre i brasiliani alla roulette russa. L’indifferenza di fronte alla morte è avvero sconveniente”.

 

Un modo di esporsi importante quello del primo cittadino, che nasconde tra le linee stati di frustrazione, quasi di rassegnazione totale. Con il ministro della salute assente e 100 milioni di persone che continuano a stare in giro incuranti del problema si è arrivati ormai al picco dei contagi.
Le due città più colpite: San Paolo e Manaus stanno pagando un prezzo altissimo dovuto ai ritardi delle misure di protezione, inoltre la maggior parte della febbre esce di casa e non indossa mascherine.

 

Il Continente latinoamericano registra oltre 480 mila contagi. Metà (241.080) sono nel Brasile che adesso è il quarto Paese al mondo per numero di infezioni da coronavirus dopo Usa, Russia e Gran Bretagna. I morti sono 16.118. Si vive in totale confusione, molti sono convinti che è possibile arginare il virus attuando i comportamenti di sempre, si continua a rifiutare il lockdown e si attende un vaccino. “Escono tutti, rischiamo di restare chiusi a vita” – così la pensa la maggioranza della popolazione brasiliana.