Come riportato da businessinsider.com, tutti noi siamo in trepidante attesa del picco e crediamo si tratti di un momento di liberazione che ci porti lontano dall’incubo del Covid-19. Purtroppo quel giorno il virus non cesserà di esistere e non possiamo neanche prevedere che possa iniziare una rassicurante discesa. Pare infatti, secondo le ultime statistiche, che l’andamento proceda per “picchi successivi” di volta in volta più bassi. Il tutto avrà termine solo quando non ci saranno più casi nel mondo o grazie, ma non è ancora stato confermato, al cambiamento del clima. Il primo ministro inglese Boris Johnson sostiene che basteranno 3 mesi per uscirne, mentre il governo statunitense parla addirittura di 1 anno e mezzo. La normalità invece non tornerà così rapidamente e per certi aspetti forse non tornerà affatto.

L’Imperial College di Londra ha valutato le statistiche inerenti all’andamento della situazione ed ha simulato come potrebbe procedere. Adottare interventi che agiscano sulla trasmissione del coronavirus risulta essere il metodo più efficace per liberarsene. Le possibilità secondo i ricercatori restano due: la mitigazione o la soppressione.

 

La mitigazione, punta al rallentamento dei contagi, che porterebbe una diminuzione dei ricoveri in ospedale in modo da proteggere chi è più a rischio. E’ possibile limitare all’isolamento i casi sospetti e obbligare alla quarantena chi è stato vicino a loro, una protezione importante specie per anziani e persone con patologie, questo potrebbe ridurre il picco di 2/3 e le morti della metà. Ma il virus rimarrebbe comunque in circolazione.

 

La soppressione, invece punta alla riduzione dei casi in modo drastico restando con la consapevolezza di rimanere in questa situazione per sempre. Questa misura prevede di mantenere lo stato attuale della situazione, con la gente in casa, per almeno altri 5 mesi.

 

Studiando le misure di mitigazione applicate in Italia, i ricercatori dell’Istituto Interscambio Scientifico, Cuebic srl ed Università di Torino hanno visto che dal blocco totale del 9 marzo la mobilità del virus è scesa solo del 50 per cento. Sarebbe meglio dunque puntare a una soppressione, che prevede che non ci sia più nessuna trasmissione. Le analisi sui dati della Cina invece mostrano che il 50% dei portatori non sono stati riconosciuti in tempo. Si pensa infatti che la contagiosità pare esser valida da 12 ore prima della comparsa dei primi sintomi a dopo 4,6 giorni che se ne sono andati. Inoltre sembra che gli asintomatici abbiano un’infettività del 50% in meno rispetto ai sintomatici.

 

Siamo davanti ad una situazione di lungo periodo, perciò è meglio iniziare a pensare un nuovo modo di vivere differente. E’ più opportuno quindi, invece di aspettare che tutto si risolva, iniziare ad organizzare il tutto in modo diverso.