Il pm della Procura di Siracusa ha chiesto la condanna a 5 anni e 6 mesi di per un carabiniere di 58 anni,  in servizio al comando provinciale di Siracusa, accusato di abusi sessuali nei confronti del nipote, un minore. In primo grado, l’imputato, aveva rimediato una pena superiore, pari a 7 anni e 6 mesi, oltre all’interdizione dai pubblici uffici ed una provvisionale di 20 mila euro per la vittima, adesso maggiorenne, e la madre, che si sono costituiti in giudizio, rappresentati dall’avvocato Emiliano Bordone.

La vicenda

Da quanto emerso nell’inchiesta dei magistrati della Procura di Siracusa, le violenze sarebbero state commesse nel 2009, periodo in cui, di tanto in tanto, il nipote trascorreva dei pomeriggi nella casa dello zio. L’uomo, difeso dagli avvocati Puccio Forestiere e Fabiola Fuccio, è sposato con la sorella della madre del ragazzo e secondo la testimonianza della stessa vittima in quelle occasioni si sarebbero consumati gli abusi. Approfittando dell’assenza della moglie, il 58enne avrebbe costretto il nipote a delle prestazioni sessuali.

La denuncia

Il turbamento del minore non sarebbe passato inosservato fino a quando la sua famiglia sarebbe riuscita a convincerlo a parlare, confessando quell’orrore. Ne è così nato un procedimento giudiziario, durante il quale, il giovane è stato sottoposto all’incidente probatorio, nel corso del quale avrebbe ricostruito quelle violenze subite, svelando anche che lo zio gli avrebbe mostrato dei filmati con contenuto pornografico. In una perquisizione, gli inquirenti hanno trovato nella disponibilità dell’imputato del materiale con immagini a sfondo sessuale. Da parte sua, l’imputato ha negato ogni accusa mossa nei suoi confronti.

Ad aprile la sentenza

Al termine dell’udienza preliminare, il militare è stato rinviato a giudizio. La sentenza è arrivata nel marzo del 2021, dopo la requisitoria del sostituto procuratore, Stefano Priolo. Il processo in Appello si sta avviando verso la conclusione e stando ai tempi tecnici i giudice della Corte dovrebbero emettere la sentenza nel mese di aprile