- Scoperti 18 telefonini nel carcere di Siracusa
- Erano in una sola sezione
- Il sequestro è stato disposto dalla Polizia penitenziaria
Gli agenti della Polizia penitenziaria, in servizio al carcere di Siracusa, hanno scovato 18 telefonini, di cui 8 smartphone e 10 di quelli mini, comprendenti anche di caricabatterie, che sarebbero stati nella disponibilità dei detenuti.
Trovati una sola sezione
Secondo una prima ricostruzione, i dispositivi, si trovavano in una sola sezione ma ora sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Siracusa per svelare in che modo i cellulari sono entrati e chi li ha avuti. Gli inquirenti stanno verificando se c’è una rubrica con l’elenco dei nomi e soprattutto se sono state effettuate delle chiamate, che consentirebbe loro di risalire ai responsabili.
Il sindacato
Sulla vicenda è intervenuto il Sippe, un sindacato di Polizia penitenziaria. “Con la grave carenza di organico, la Polizia penitenziaria – spiegano Sebastiano Bongiovanni e Salvo La Rocca, rispettivamente dirigente nazionale e segretario provinciale del Sippe – svolge il proprio lavoro con grande professionalità e spesso volte senza nessuna gratificazione a livello personale e professionale. Inoltre, vogliamo ricordare che il sindacato è un’istituzione sancita dalla Costituzione ed è la più alta forma democratica a tutela dei lavoratori e non è invece il male assoluto”.
L’inchiesta ad Augusta
Il mese scorso, un’inchiesta della Dda di Catania su un commercio di droga e di telefonini all’interno del carcere di Augusta, è culminato con 16 misure cautelari. Gli arrestati, tra cui un sovrintendente in servizio nel penitenziario, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanza stupefacente nel carcere di Augusta, oltre che di associazione per delinquere finalizzata all’indebito procacciamento di apparati telefonici per i detenuti e di corruzione di pubblici ufficiali per atti contrari ai doveri di ufficio.
Secondo gli inquirenti, i promotori sarebbero stati 2 detenuti, i quali, attraverso telefoni cellulari illegalmente introdotti in carcere, avrebbe diretto le attività dei sodali all’esterno, volte al reperimento, al deposito e al trasporto di diverse tipologie di sostanza stupefacente – oltre che provveduto a organizzare la materiale, illecita introduzione delle sostanze in carcere e a gestire la cassa comune dell’associazione criminale.
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