Ha risposto alle domande del gip negando, però, le accuse Marco Fazzino, l’operaio arrestato dalla polizia per la compravendita illecita delle cappelle gentilizie del camposanto di Siracusa mentre il direttore del cimitero, Fabio Morabito si è avvalso della facoltà di non rispondere.
La difesa dell’operaio
Questo l’esito degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti stamane al palazzo di giustizia di Siracusa davanti allo stesso giudice, firmatario delle misure cautelari per gli indagati, entrambi ai domiciliari. L’operaio, difeso dall’avvocato Junio Celesti, ha spiegato, sostanzialmente, di essersi limitato ad eseguire dei lavori nelle cappelle, che gli erano stati commissionati, ma ha assicurato di non sapere che quest’ultime fossero state acquistate in modo illecito dietro pagamento di mazzette.
L’indagine della polizia
La vicenda trae origine dalla denuncia da una delle vittime che, vivendo ormai lontana e rientrata a Siracusa durante le festività natalizie del 2019/2020, si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri congiunti, era ormai occupata da altri defunti.
Indagati dipendenti del Comune ed acquirenti
Nel registro degli indagati, ma a piede libero, ci sono coloro che avrebbero acquistato, senza alcun titolo, le cappelle occupate da altre famiglie e poi un ex dirigente ed altri dipendenti del Comune di Siracusa che, secondo la polizia ed i magistrati della Procura di Siracusa, avrebbero coperto i due principali indagati.
La tesi della Procura
Secondo la prospettazione della Procura, Morabito e Fazzino, aggirando le procedure di evidenza pubblica, avrebbero intascato il denaro necessario all’assegnazione dei posti rilasciando ai privati falsi titoli concessori. Inoltre, conoscendo i “meccanismi” di assegnazione pubblica dei loculi, gli stessi, sfruttando illegalmente gli strumenti giuridici della “decadenza” del possesso dei loculi in stato di abbandono, “estumulavano”, in concorso con altri quattro impiegati comunali, arbitrariamente i cadaveri per fare posto ai nuovi defunti, a fronte di esosi pagamenti da parte dei familiari.
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