I giudici della Corte di Appello di Catania hanno condannato a 17 anni di reclusione per omicidio Andrea Tranchina, ritenuto responsabile insieme ad un amico della drammatica aggressione ai danni di un anziano di 80 anni, Pippo Scarso, prima picchiato e poi dato alle fiamme nella notte tra il primo ed il due di ottobre del 2016 nella sua abitazione, al ronco II di via Grottasanta per poi morire in ospedale, a Catania.

In primo grado, l’imputato, difeso dall’avvocato Gianpiero Nassi, era stato condannato a 20 anni di reclusione mentre il presunto complice, Marco Gennaro, 23 anni, in Appello. ha rimediato  16 anni di carcere. Quest’ultimo, nel processo davanti al gup di Siracusa, con il rito abbreviato, subì una condanna a 10 anni di reclusione.

Per gli agenti della Squadra mobile di Siracusa, sarebbero stati i due giovani ad intrufolati nella casa dell’anziano, al centro di altri episodi di bullismo. Il decesso dell’anziano avvenne un mese e mezzo dopo quell’aggressione, in un letto dell’ospedale Cannizzaro di Catania, a seguito delle ustioni riportate su varie parti del corpo.

Prima di  quel drammatico episodio, ce ne sarebbero stati altri due ma decisamente meno cruenti di quello fatale. Furono le immagini delle telecamere di sicurezza di un distributore di benzina, in via Grottasanta, nella zona nord di Siracusa, a dare i primi indizi alle forze dell’ordine, che incontrarono molte difficoltà  per risalire all’identità degli indagati in quanto incensurati, per nulla noti alle forze dell’ordine. La svolta arrivò nella giornata di sabato 17 dicembre, quando al palazzo della Questura di Siracusa si presentò un amico di Tranchina e Gennaro: nel corso della sua deposizione  svelò quel disegno ai danni del pensionato, già bersaglio di altri ragazzini di quartiere. Per gli inquirenti, ad intrufolarsi nella casa del pensionato sarebbero stati Gennaro e Tranchina  ma sarebbe stato quest’ultimo a gettare del liquido infiammabile e a dare fuoco all’anziano.

“In merito alle motivazioni della sentenza dei giudici della Corte di Appello, attendiamo di leggerle e poi faremo le nostre valutazioni” dice a BlogSicilia l’avvocato Gianpiero Nassi.

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