Fumata nera a Roma, nella sede del Mise, il ministero delle Imprese, per la soluzione alla crisi Lukoil che, inevitabilmente, come un effetto domino, rischia di ripercuotersi su l’intero Petrolchimico di Siracusa. “Abbiamo preso l’impegno a rivederci entro metà dicembre con delle soluzioni che noi pensiamo di poter mettere in campo per quella data” ha detto il ministro Adolfo Urso, al termine del tavolo.

“Notizie allarmanti” per la Uil

I segretari generali di Uil e Uiltec Sicilia, Luisella Lionti e Peppe Di Natale, non sono per nulla soddisfatti dell’esito del vertice.

“Dal confronto al Ministero per lo Sviluppo economico – spiegano dalla Uil – sulla vertenza Lukoil emergono notizie allarmanti. Siracusa e la Sicilia non possono e non vogliono rassegnarsi alla paralisi di un’azienda-simbolo per il petrolchimico e per l’intero sistema economico, ma soprattutto non possono e non vogliono accettare il declino occupazionale e sociale dell’area”.

Il ruolo delle banche

Tra le opzioni per salvare la zona industriale siracusana ci sarebbe l’intervento delle banche, in particolare Intesa San Paolo e Unicredit dovrebbero riaprire le linee di credito a Lukoil, interrotte poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, per via della vicinanza della società proprietaria delle due raffinerie di Priolo, alla Russia.

Lo spettro dell’embargo

Il Governo nazionale, per bocca del suo ministro, Adolfo Urso, ha ammesso di voler garantire le banche attraverso lo scudo della Sace, una controllata del Mef, ma fino ad ora non è emerso nulla di concreto. Il tempo corre, perché il 5 dicembre scatterà l’embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia, l’unico al momento trattato da Lukoil, che chiede, dunque, denaro liquido per rivolgersi ad altri paesi non oggetto di sanzioni.

“A gennaio Lukoil rischia di chiudere”

“È inquietante apprendere – dicono dalla Uil – che le banche non intendano rinnovare le linee di credito all’azienda malgrado Sace, la finanziaria controllata dal Ministero dell’Economia, sia disponibile a fornire le garanzie necessarie. A gennaio, per affermazione della stessa azienda, la produzione a Priolo rischia di doversi arrestare a causa della mancanza di materia prima”.

“O banche o aiuti di Stato” afferma ministro Urso

Il ministro Urso, al termine del vertice, ha indicato le strade da percorrere. “Intendiamo perseguire tutte le strade che sono davanti: quella innanzitutto di un ulteriore confronto col sistema bancario, per capire se hanno necessità di ulteriori e straordinarie coperture assicurative da parte della Sace; la strada che ovviamente dobbiamo percorrere in sede europea, per capire se è possibile utilizzare gli stessi strumenti che sono stati concessi ad altri paesi europei, e infine eventualmente anche quella dell’intervento diretto dello Stato come hanno già fatto altri paesi europei nelle stesse condizioni”.

Golden power in caso di investitori

Inoltre, il ministro ha detto che “nel caso in cui ci fossero investitori disponibili a rilevare l’impianto noi realizzeremo quel contesto prescrittivo che lo strumento della Golden Power ci consente affinché comunque vengano garantiti livelli produttivi, occupazionali e anche gli investimenti per recupero ambientale”.

Schifani contro le banche

“Quello al ministero è stato un incontro “interlocutorio ma importante” ma “grande assente è il mondo bancario” ha detto il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, lasciando il ministero per le Imprese e Made in Italy per il tavolo su Lukoil di Priolo.

Il Governo pensa a deroga alle sanzioni del 5 dicembre

Il ministro Urso ha anche ipotizzato di chiedere all’Ue di spostare la data per le nuove sanzioni del 5 dicembre.  “Per il Governo, adesso, le strade percorribili – dice la Uil Sicilia – sono la richiesta di deroga comunitaria all’embargo del petrolio russo e l’impegno a favorire un’eventuale cessione dello stabilimento. Se ciò serve a salvaguardare i posti di lavoro e valorizzare il sito, va tutto bene ma resta la necessità di agire in fretta. Per questo, chiediamo che le istituzioni politiche procedano nella nazionalizzazione e intanto facciano di tutto per convincere le banche a concedere credito. Ci aspettiamo, dunque, una nuova convocazione in tempi brevi”.

La manifestazione a Siracusa

Stamane, prima dell’inizio del vertice a Roma, a Siracusa si è tenuta una manifestazione, organizzata da Cgil e Cisl, a cui hanno preso parte oltre 2 mila persone, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difesa del Petrolchimico.