I sindacati siracusani ipotizzano che il closing sulla vendita delle raffinerie Isab-Lukoil tra il proprietario, Litasco, e l’acquirente, il fondo cipriota Goi Energy, arriverà alla fine del mese di aprile. Slitterebbe così di un mese, rispetto a quanto prospettato dalle parti dopo la sigla dell’accordo.
La carta del Golden Power
Manca il via libera dell’esecutivo Meloni che ha giocato la carta del Golden power allo scopo di verificare la solidità dell’intesa.
Sito di interesse strategico
Del resto, la zona industriale è stata indicata sito di interesse strategico nazionale, per cui serviranno delle altre verifiche prima di consegnare le chiavi delle raffinerie all’acquirente. “Il contratto di vendita dell’Isab-Lukoil al gruppo Goi Energy è stato firmato” annunciano i segretari generali di Filctem, Femca e Uiltec, Fiorenzo Amato, Alessandro Tripoli e Seby Accolla al termine dell’incontro con il direttore generale di Isab Lukoil Eugene Maniakhine.
Closing il 30 aprile
“La vendita riguarderà tutti gli asset attualmente di proprietà di Isab Lukoil -ovvero il sito sud, quello nord e gli impianti di cogenerazione della Igcc – L’operazione potrebbe concludersi entro il 31 marzo 2023, ma la data più verosimile potrebbe essere quella del 30 aprile, tenendo conto della gestione dei passaggi di tutti i contratti con le aziende dell’indotto” spiegano i tre sindacalisti.
Il tema dei posti di lavoro
I sindacati mantengono una certa cautela sul tema della salvaguardia dei posti di lavoro: la zona industriale, che ha come cuore pulsante le raffinerie Isab, assorbe circa 10 mila lavoratori tra diretti ed indotto.
“Tuttavia in merito all’udienza intercorsa il sindacato unitario ravvisa un atteggiamento di cautela volto ad ottenere necessarie quanto dovute rassicurazioni riguardo alla tutela dei posti di lavoro, al piano di investimenti da attuare nel medio-lungo termine e agli obbiettivi di transizione ecologica da traguardare secondo le prescrizioni e gli accordi imposti dalle trattative energetiche stipulate in sedi internazionali”.
” Se dovessero venir meno le condizioni , le tre sigle sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil non esiteranno a manifestare concreto dissenso al fine di anteporre la tutela dei livelli occupazionali e la sacralità del lavoro come ‘bene’ incontrovertibile, necessario per poter considerare plausibile il prosieguo ed il buon esito del closing contrattuale”
Commenta con Facebook