Un corteo funebre simbolico per denunciare la morte delle aziende agricole ed ittiche è stato organizzato nella tarda mattinata di oggi a Riva Forte Gallo, ai piedi di Ortigia, il centro storico di Siracusa, dove è in corso il G7 dell’Agricoltura e della Pesca. La manifestazione di protesta porta il nome di Te lo do io il Made in Italy” ed è stata organizzata da Alleanza sociale per la Sovranità alimentare.
L’incontro
Nei giorni scorsi, nella chiesa di Bosco Minniti, nella zona nord di Siracusa, si è tenuto un incontro dal titolo “Fuori dal G7 con gli 8 miliardi di uomini e donne difendendo la Terra” in cui è stato rilanciato l’appello contro gli accordi di libero scambio, il WTO e la crisi dell’agricoltura.
Le rivendicazioni
La Via Campesina è il movimento internazionale che riunisce milioni di contadini, agricoltori di piccole e medie dimensioni, le persone senza terra, le donne contadine, indigeni, migranti e lavoratori agricoli di tutto il mondo. Difende la piccola agricoltura sostenibile, come un modo per promuovere la giustizia sociale e la dignità. Si oppone fermamente aziendalismo agricolo guidato dalle multinazionali che stanno distruggendo le persone e la natura.
Il commissario europeo al G7 di Siracusa
Il commissario europeo all’Agricoltura, Janus Wojciechowski, è a Siracusa, dove ha partecipato tra giovedì e venerdì al G7 Agricoltura. Il commissario polacco ha incontrato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, con cui ha discusso dei progressi del piano strategico italiano per la Pac e si è congratulato “per aver guidato con successo” la presidenza G7 e l’incontro ministeriale, come si legge su X.
Protesta dei chimici
Nel pomeriggio, sempre a Riva Forte Gallo, i sindacati dei chimici della zona industriale siracusana hanno organizzato un presidio sulla grave questione riguardante l’Ias, l’impianto di depurazione sotto sequestro ma a rischio chiusura.
“Le lavoratrici e i lavoratori di I.A.S., non avendo – si legge nella nota – finora visto alcuna proposta realistica e fattiva a salvaguardia dell’Impianto Biologico Consortile, anzi avendo purtroppo sentito da alcune parti parlare, con una leggerezza scoraggiante, di una inevitabile dismissione dell’asset, poiché si avvicina ormai un “punto di non ritorno” raggiunto il quale il destino dell’Impianto sarà irrimediabilmente segnato, si vedono costretti a individuare nuove azioni affinché sia posta al più presto la giusta attenzione sulle istanze presentate e affinché le proposte ascoltate in queste settimane, da semplici proclami, si trasformino in tempi rapidi in progetti concreti”
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