Circa un mese fa a morire in ospedale, per via delle conseguenze dello sciopero della fame, era stato un siciliano, nei giorni scorsi a perdere la vita, per lo stesso motivo, è stato un russo.
Detenuti nel carcere di Augusta
Entrambi, erano detenuti nel carcere di Augusta e, per ragioni opposte, avrebbero deciso di rifiutare i pasti.
A quanto pare, in merito al russo, stando ad alcune prime informazioni, avrebbe voluto essere estradato nel suo paese d’origine ma su questo aspetto sono in corso le verifiche da parte degli inquirenti.
In ogni caso, lo sciopero della fame li avrebbe debilitati, per cui si è reso necessario per i due detenuti il trasferimento in ospedale, evidentemente, però, le loro condizioni di salute già precarie sarebbero peggiorate, fino a quando il cuore ha cessato di battere.
“Rammarico per la disgrazia” commenta il Sippe
“Apprendiamo con rammarico di queste disgrazie che dimostrano come il lavoro del poliziotto penitenziario è unico, delicato e particolare e tale deve essere affrontato, purtroppo non sempre è così”. Lo afferma la segreteria provinciale del Sippe, un sindacato di Polizia penitenziaria.
“La polizia penitenziaria viene invece ricordata solo quando accadono fatti simili, e non per le condizioni lavorative con cui spesse volte sono costretti ad operare. Inoltre “Come sindacato chiediamo con forza che venga modificato l’articolo 336 del codice penale, prevedendo un aggravante speciale, quindi un inasprimento della pena, per chiunque usa violenza o minaccia il Poliziotto Penitenziario” sottolinea il Sippe.
Le condizioni dei detenuti
Naturalmente, anche le carceri sono dotate di infermeria non sono i luoghi ideali per lo sciopero della fame. Come emerge in un articolo del Post.it in merito alla vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico sottoposto al 41 bis protagonista di un prolungato sciopero della fame, l’astinenza dal cibo, in una struttura carceraria, possono cambiare in brevissimo tempo le condizioni di salute del detenuti
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