Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere le sei persone arrestate dalla polizia, al termine dell’operazione Gemini su un vorticoso traffico di droga in un complesso di case popolari, in via Santa Lucia ed in via Boccaccio, ad Avola, nel Siracusano.

Udienza in Tribunale

Gli indagati, alcuni dei quali sono difesi dall’avvocato Antonino Campisi, hanno preferito fare scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa nel corso degli interrogatori di garanzia al palazzo di giustizia di Siracusa. La difesa sta valutando la possibilità di presentare ricorso al Tribunale del Riesame.

Chi sono degli arrestati

Sono in carcere Marco Busà, Massimo Buscemi, Angelo Parisi, e Paolo Vaccarella, mentre si trovano ai domiciliari Fausto Caruso e la moglie Eleonora Gennaro.

Le accuse

Sono accusati, a vario titolo, di “traffico e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope aggravato, per avere, in concorso tra loro, organizzato relativa attività di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio di cocaina ed eroina” spiegano gli inquirenti.

Le misure firmate dal gip

L’inchiesta è stata coordinata dai magistrati della Procura di Siracusa che hanno chiesto, a conclusione delle indagini della polizia, l’emissione delle misure cautelari, che sono state firmate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo. In realtà, i magistrati avevano sollecitato l’arresto anche per un’altra persona ma il giudice non l’ha accordato.

I turni di lavoro

Da quanto emerso nelle indagini, i promotori avrebbero organizzato un metodo di spaccio capace di funzionare 24 ore al giorno, senza soste, e con veri e propri turni di lavoro.

Lo stipendio e i turni di lavoro

Nell’inchiesta è venuto fuori che ai pusher sarebbe stato dato uno stipendio ed ognuno di loro avrebbe avuto dei turni di lavoro, organizzati in modo che la piazza dello spaccio non chiudesse mai. Gli agenti di polizia hanno scoperto che ogni giorno ci sarebbero state oltre 150 cessioni di droga con profitti di diverse decine di migliaia di euro.

Come una catena di montaggio

La banda sarebbe stata pronta a fronteggiare anche eventuali imprevisti quale l’impossibilità lavorativa o -peggio- l’arresto di uno degli spacciatori sostituendolo con un altro di fiducia.