Ha creato uno scossone lo stop al conferimento dei reflui industriali delle imprese del Petrolchimico nel depuratore Ias di Priolo deciso dal gip del Tribunale di Siracusa con un’ordinanza.

La difficoltà di interrompere il flusso verso Ias

Un’interruzione che, però, non potrà essere immediata, considerato che non basterà alle grandi aziende premere un bottone per interrompere il flusso, senza contare un altro aspetto: da qualche parte dovranno confluire questi scarti di lavorazione e sebbene le stesse imprese stiano provvedendo alla realizzazione di un proprio impianto non lo avranno dall’oggi al domani.

Legambiente sposa tesi del gip

In ogni caso, Legambiente Sicilia, ha sposato in pieno la linea del gip, per cui il decreto del Governo denominato Salva Isab, emesso per continuare la produzione industriale ed il conferimento dei reflui nell’impianto Ias di Priolo, non solo è incostituzionale ma non ci sarebbero le condizioni per la tutela dell’ambiente e della salute.

“I principali utenti industriali hanno dichiarato – dicono da Legambiente – di non volersene servire più, preferendo avvalersi di impianti propri, come ha dichiarato lo scorso 27 giugno il presidente della Regione indicando il percorso di distacco che dovrebbe essere completato entro il 2026 e dichiarando di avere stanziato la somma di 9 milioni di euro per la messa in sicurezza del depuratore consortile. Il 13 giugno il Ministero dell’Ambiente ha approvato l’aggiornamento dell’AIA a Sonatrach prevedendo la realizzazione depuratore reflui di raffineria. Ieri, il comune di Augusta ha rilasciato il permesso a costruire tale impianto che una volta in esercizio tratterà autonomamente i circa 4,6 milioni di mc finora annualmente inviati a Ias”

Ias solo per la depurazione civile

Legambiente ritiene che il futuro dell’Ias sia lontano dalla zona industriale e più vicino ai Comuni del Siracusano: al momento, il depuratore ospita i reflui civili di Priolo e Melilli ma si sta lavorando per coinvolgere altri Comuni, tra cui Siracusa, Solarino e Floridia. Gli ambientalisti ipotizzano anche Augusta anche se nei mesi scorsi il sindaco di Augusta, Peppe Di Mare, ha precisato che alla sua città sono stati già assegnati soldi per costruirne uno per conto suo, del resto Augusta, un depuratore non ce l’ha.

“Si tratta, dunque, di governare con responsabilità – spiegano da Legambiente – e lungimiranza (e rispetto delle norme ambientali) questa fase di transizione È indispensabile attrezzarsi al più presto affinché l’impianto Ias possa essere utilizzato per la depurazione dei reflui dei comuni di Priolo, Melilli, Augusta e per il trattamento e il recupero a uso industriale e irriguo del refluo proveniente dal depuratore comunale di Siracusa adottando tutti i necessari interventi di adeguamento tecnico e tutte le iniziative amministrative (come la modifica del Piano d’Ambito dell’ATI Idrico”