Non serve una calcolatrice per capire che, in media, è stato realizzato un chilometro ogni sette anni dal 1986 ad oggi. Parliamo della metropolitana di Catania. Ma anche della sottilissima linea che separa un ‘possibile’ fiore all’occhiello di stampo nazionale, poiché il capoluogo etneo rientra nel club delle 7 città italiane a poterla vantare, da un cantiere eterno, cartina di tornasole di un sud che non corre.

Il ministro Delrio, che oggi sarà a Catania per inaugurare la stazione Stesicoro, è il secondo titolare del dicastero dei trasporti a tagliare il nastro di una tratta della metropolitana. Ben 17 anni fa, nel 1999, uno dei suoi numerosi predecessori, Tiziano Treu, tagliò il nastro inaugurale assieme all’ex, ma anche attuale e sempre verde sindaco di Catania, Enzo Bianco.

Il biglietto allora costava 1500 lire e in tanti immaginavo che di li a breve la metropolitana avrebbe cambiato le abitudini dei catanesi anche perché si ipotizzava, nel giro di poco tempo, un ampliamento della rete. La storia racconta l’esatto contrario: sia perché i lavori si sono dilungati notevolmente, sia perché i catanesi hanno snobbato la loro ‘subway’ per continuare a utilizzare l’automobile.

C’è da dire che i primi 3,8 chilometri non hanno certo risolto i problemi di viabilità della città di Catania, se è vero che insieme alla metropolitana non sono stati costruiti i necessari parcheggi adiacenti alle stazioni.

Anche per questo, scorgendo di sfuggita lo schema delle metropolitana italiane, al netto delle differenze di grandezza, fa sorridere come Catania si presenti con appena 5 chilometri rispetto ai 101 di Milano e ai 60 ( non meno travagliati ) di Roma. Nello stesso tempo, e si torna alla contrapposizione iniziale, il capoluogo etneo, insieme a Napoli, è una delle due città del Sud a disporre del servizio.

Le diverse facce della stessa medaglia. Se Catania può gongolare per essere entrata nell’elite dell’underground italiano ( non parliamo di generi musicali ); nello stesso tempo un’intera città deve riflettere pensando che nel 1986, davanti al nascituro cantiere di Viale Jonio, ‘bivaccavano’, armati di Moncler e Timberland, i cosidetti ‘paninari’ che oggi sono padri di famiglia navigati…

foto da mobilita catania

Articoli correlati