E finalmente la graduatoria dell’avviso 8 della Formazione Professionale siciliana vide la luce.
La storia è stata tribolata ma Marziano ha condotto in porto il risultato di un governo rivoluzionario che si era imposto sin dalle sue origini la bonifica della formazione professionale dal malaffare.

C’è da giurare che ci siano riusciti: fuori dalla graduatoria gli enti cosiddetti storici ed una pletora di società di formazione di piccola e media dimensione che evidentemente non avrebbe garantito risultati affidabili per l’attuazione di un piano formativo che prevede l’erogazione di oltre 1 mln di ore di formazione a beneficio dei giovani disoccupati siciliani e circa 4 mila assunzioni di personale docente e tecnico amministrativo nell’anno delle elezioni comunali, regionali e forse nazionali.

Ma chi siano e se ci siano nuovi “padroni” della formazione professionale dell’era Crocetta non è dato sapere con dettaglio. Solo indizi e forse malelingue conducono a rintracciare una mappa del potere politico filo governativo che potrebbe avere ottenuto con le sue influenze risultati adeguati. Indizi e maldicenze che nella giornata di oggi sono trattate dai più importanti quotidiani regionali, online e non.

Ma a noi non è questo che interessa mettere in evidenza  perché comunque si rischierebbe di buttare a mare il bambino con l’acqua sporca. Ci sono, ne siamo convinti, tra gli enti di formazione premiati, molte  aziende in grado di fare il loro lavoro con efficienza ed efficacia guardando prevalentemente agli interessi degli allievi ed ai posti di lavoro che è possibile rintracciare sul nostro territorio oggettivamente depresso. A noi importa porre l’attenzione, a questo punto dell’odissea Formazione Professionale Sicilia, sul fronte della gestione di questa mole di risorse e della programmazione dei piani formativi, circostanza rispetto alla quale l’assessorato di Viale Regione Siciliana a Palermo è sembrato fino ad ora  invece del tutto impreparato ed inadeguato.

L’assessorato guidato da Marziano e da un dirigente generale fortemente voluto su quella sedia da Palazzo d’Orleans non gestisce più nulla da parecchi mesi. E’ entrato in crisi, non dispone di assistenza tecnica di alcun tipo o quasi, non paga gli enti di formazione che hanno erogato corsi negli anni scorsi se non dietro decreti ingiuntivi ed atti di pignoramento, non ha curato le procedure di accreditamento degli enti formativi con criteri cristallini e pienamente oggettivi. Ed è questa ultima vicenda, quella inerente l’accreditamento, che potrebbe portare nuove ombre sulla graduatoria appena resa nota perché non è dato sapere, al momento, quanti degli enti ammessi a finanziamento hanno acquisito il requisito dell’accreditamento da parte della regione Siciliana. La graduatoria, c’è da giurarci, sarà quindi una graduatoria a scorrimento.

L’accreditamento era una dei compiti preminenti di Sviluppo Italia Sicilia, società che nel corso dello scorso anno il governo regionale ha stabilito di porre  in liquidazione. Trascuriamo che tra i diversi compiti di quella società e dei non troppo numerosi dipendenti con qualità professionali spesso consistenti, c’era anche quello dei controlli del Po Fesr, finanziamenti comunitari per regimi di aiuto che di seguito all’assenza del controllore sono rimasti al palo mettendo in difficoltà il dipartimento attività produttive ed in discussione la possibilità di ricevere le somme dovute da parte della Commissione Europea per la quale i controlli sono un fatto sostanziale e non trascurabile.
Ma il passaggio di consegne delle pratiche inerenti le richieste di accreditamento degli enti da Sviluppo Italia Sicilia alle risorse interne all’assessorato ha prodotto non pochi problemi e talune stranezze: richieste di accreditamento ammesse in assenza di regole scritte precise allo stesso tempo di richieste di accreditamento respinte sulla base di  motivazioni che sono sembrate talvolta del tutto soggettive. Ed ecco che alcuni enti di formazione che fino a pochi mesi prima avevano ricevuto certificazione di idoneità locali da parte dell’assessorato competente si sono viste respingere le relative richieste di accreditamento perché quegli stessi locali non sono ritenuti più idonei. Le proteste e  le richieste di riesame non sono tardate da arrivare. Non è tardata ad arrivare però nemmeno la circolare tecnico esplicativa sulle procedure di accreditamento capace di scrivere le regole anche se ex post. Circolare datata 14 dicembre 2016, firmata non dai burocrati ma dallo stesso assessore, che finalmente pone chiarezza su quelle procedure e quei requisiti che non erano per nulla chiari evidentemente in principio. Risulta singolare però che una si detta circolare tecnica ponga la firma dell’organo politico e la domanda sorge spontanea: con quali regole sono stati assegnati i certificati di accreditamento a coloro che li hanno ottenuti nel corso di tutto il 2016? Se quelle regole non vigevano prima del 14 dicembre scorso con quali regole si è proceduto all’esame delle richieste pervenute prima?

Ancora un volta comunque emerge la miopia della politica. Il Leader, e quindi il politico, deve avere capacità di dirigere con velocità, fare rete e selezionare le decisioni. Forse la decisione di eliminare Sviluppo Italia Sicilia in un momento così delicato per le sorti della scorsa programmazione comunitaria non è stata tra le più opportune.
Tutto questo pone ombre quindi sulle capacità di gestione del piano che ha visto la luce in queste ultime settimane da parte dell’Assessore Marziano e del suo copioso staff. Languono le rendicontazioni dei cosi degli anni scorsi (solo qualche giorno fa è stato prorogato al 31 marzo e per la seconda volta il termine di presentazione dei rendiconti da parte degli enti che hanno curato la terza annualità dell’avviso 20),  non viene pagato nessuno dei creditori dell’assessorato, i rilievi della Corte dei Conti sulle attività gestite sono ripetuti reiterati,  non si rendicontano da oltre un lustro i corsi dell’Obbligo Formativo.

E’ questo il quadro sul quale nasce la nuova  formazione professionale  di Marziano, Crocetta & C. Confidiamo che la miopia si risolva e che sopratutto questa formazione professionale siciliana possa portare finalmente a risultati tangibili sul versante occupazionale che è quello che più interessa per la rinascita della Sicilia.

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