Il settore del materiale elettrico è in salute e le aziende italiane del comparto mantengono una buona competitività. È quanto emerge dall’analisi delle vendite di materiale elettrico presentata dall’Associazione Etim Italia a inizio 2024 e realizzata per Fme (Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico). Se nel 2022 il fatturato nazionale totale relativo alla vendita di materiale elettrico risultava essere di 2,55 miliardi di euro, nel 2023 tale cifra è cresciuta toccando quota 2,85 miliardi di euro, un incremento, questo, corrispondente al +11,60% su base annua. In crescita il fatturato per tutte le categorie di articoli, tranne l’e-mobility, che vede una flessione dai 15,9 milioni di euro del 2022 ai 10,5 milioni del 2023 (-34,09%). Gli incrementi maggiori si registrano invece su apparecchi di misurazione e controllo (+33,32%), UPS – Uninterruptible Power Supply (+23,19%), canalizzazioni (+22,08%), utensileria (+20,11%), tubi e guaine (+16,49%), automazione (+15,14%), quadri di distribuzione elettrica (+14,77%), componenti per l’installazione (+11,69%) e videocitofonia (+8,83%).

La puntualità nei pagamenti delle aziende produttrici di materiale elettrico

Quanto sono puntuali le aziende che trattano apparecchiature, accessori e materiale elettrico? In base allo Studio pagamenti di Cribis, le imprese del settore fanno decisamente meglio della media italiana, anche se i tempi medi di pagamento sono molto più alti. Se, infatti, a settembre 2023 i pagatori puntuali in Italia rappresentavano il 41,1% del totale e i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo il 9,6%, il comparto del materiale elettrico vantava sia più pagatori puntuali (48,1%) sia un minor numero di pagatori con grave ritardo (4,2%). Ma di cosa si occupano le realtà del comparto? Il settore analizzato tramite gli strumenti di Cribis è composto da indicativamente 15 mila aziende che si possono suddividere in: produzione di apparecchiature e accessori elettrici, circa 5.000 aziende (33,7% del totale); commercio all’ingrosso di materiale elettrico, circa 4.600 aziende (30,9%) e commercio al dettaglio di elettrodomestici e materiale elettrico, circa 5.200 aziende (35,3%)

La distribuzione geografica delle imprese: in Sicilia il 7,4% dei produttori di materiale elettrico

Considerando la distribuzione geografica delle aziende del comparto, va notato come la maggiore concentrazione si trovi nel Nord Ovest (32,1%) e nel Sud e Isole (31,3%). La regione con la più alta presenza è la Lombardia (22,5%), seguita, con largo distacco, da Campania (10,7%), Veneto (9,4%), Emilia-Romagna (8,1%), Lazio, Piemonte e Sicilia (7,4%). Nelle altre regioni non si raggiunge il 6%.

Le percentuali di pagatori puntuali: Sud e Isole fanalino di coda

A proposito di distribuzione geografica, è bene notare che esiste una forte differenza nella puntualità dei pagamenti a seconda della zona di appartenenza. In base alla percentuale di pagatori puntuali, l’area più virtuosa è il Nord Est (53,6%), seguono il Nord Ovest (50,3%), il Centro (47,3%), fanalino di coda Sud e Isole (37,8%). Se si considerano i ritardi gravi è sempre Sud e Isole la zona più critica con ben il 7,7% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza, contro il 3,1% del Nord Ovest, il 3,3% del Nord Est e il 3,7% del Centro.

Materiale elettrico: cresce la puntualità rispetto agli anni precedenti

Approfondendo l’analisi per categoria, il macro-segmento più puntuale è il commercio al dettaglio di elettrodomestici e materiale elettrico (53,1%), seguito da produzione apparecchiature e accessori elettrici (48,5%) e commercio all’ingrosso di materiale elettrico (43%). Se si considerano invece i ritardi gravi, il comparto più virtuoso è produzione di apparecchiature e accessori elettrici (3,3%), mentre le altre due categorie vedono una percentuale più alta di grandi ritardatari (4,9%). A livello di trend, la percentuale di puntualità dell’intero settore è in costante crescita negli ultimi anni: 36,5% nel 2019, 39,7% nel 2020, 44,2% nel 2021, 44,8% nel 2022, 48,1% nel 2023.

Buoni anche i dati sui ritardi gravi. Se è vero che rispetto al 2022 si è registrata una leggera crescita (4,2% nel 2023 vs 4,1% nel 2022), rispetto al 2019 (5,6%), al 2020 (6,4%), al 2021 (4,5%) la percentuale è in diminuzione. Andando nello specifico delle diverse categorie, il confronto con l’ultimo trimestre del 2022 evidenzia un aumento dei pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo per il commercio all’ingrosso di materiale elettrico (+23,4%), mentre si segnala per la produzione di apparecchiature e accessori elettrici un calo del 36,4% dei ritardi gravi rispetto al 2020 e una diminuzione del 43,5% per il commercio al dettaglio di elettrodomestici e materiale elettrico se confrontato con il 2020.

Tempi medi di pagamento oltre gli 80 giorni per le imprese del settore

Nonostante una maggiore puntualità rispetto alla media italiana, va notato che, al contrario, i tempi medi di pagamento (calcolati come somma delle condizioni concordate e dei giorni di ritardo) presentano un valore maggiore di quello nazionale. Se infatti i tempi medi di pagamento in Italia sono di 69 giorni, quelli del settore analizzato sono di 82 giorni, non senza differenze a seconda della categoria: commercio al dettaglio di elettrodomestici e materiale elettrico 68 giorni, produzione di apparecchi e accessori elettrici 80 giorni e commercio all’ingrosso di materiale elettrico 85 giorni. In conclusione, quel che emerge dall’analisi del fatturato e delle abitudini di pagamento del settore del materiale elettrico è una buona tenuta del settore. Nonostante i conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese, con tutte le criticità a essi correlati, i rincari, le spinte inflattive e il rallentamento economico in corso, le aziende del comparto dimostrano capacità di adattamento e risposta. E questa attitudine fa ben sperare anche per il 2024. Il 28 maggio, in occasione della presentazione dello “Studio pagamenti 2024”, saranno approfonditi gli aspetti relativi alla puntualità delle aziende italiane e delle tendenze in atto.

Fonte: Cribis