Giovanni Barreca, accusato di avere ucciso la moglie e i due figli insieme alla figlia e a una coppia di coniugi, è stato scarcerato e trasferito nella strutture Rem di Caltagirone.

E’ l’effetto della decisione del Gip di Termini Imerese dopo che tre periti hanno confermato che non è imputabile perché incapace di intendere e di volere. Ora, non essendo imputabile, il muratore di Altavilla, che a febbraio trasformò la propria abitazione in luogo di “purificazione”, assassinando Antonella Salamone, 41 anni, la moglie, i figli Kevin, di 16, e Emmanuel, di 5, ha lasciato il carcere per essere trasferito in una Rems, una residenza psichiatrica assistita.

Nelle sue condizioni – è la legge – non può stare in carcere e, se la situazione non cambierà, verrà assolto perché non imputabile. Gli si potrà comunque applicare una misura di sicurezza, la permanenza forzata in una struttura attrezzata.

La perizia

Nei giorni scorsi anche il gup del tribunale per i minorenni Nicola Aiello ha disposto la perizia psichiatrica per accertare se al momento del fatto fosse capace di intendere e di volere e se è socialmente pericolosa, anche sulla figlia diciassettenne di Giovanni Barreca accusata di avere ucciso in concorso la madre, e i due fratelli nel corso di un rito nella villetta di Altavilla Milicia. Il giudice ha nominato come perito un neuropsichiatra infantile di Roma e ho sospeso i termini della misura cautelare carceraria applicata all’imputata.

L’impugnazione

“L’impugnazione si è resa necessaria in quanto, ad avviso di questo ufficio, l’ordinanza e i consequenziali provvedimenti integrativi e correttivi si pongono in antitesi con i principi concernenti il rispetto del contradditorio processuale tra le parti, oltre a presentare profili di contraddittorietà e illogicità motivazionale” si legge in una nota della Procura. “Con la stessa – prosegue la nota – sono state, difatti, disposte la revoca della misura cautelare personale in assenza del preventivo parere del Pubblico Ministero, nonché l’applicazione della provvisoria misura di sicurezza in assenza di qualsivoglia richiesta o istanza del Pubblico ministero”.

Il giudice

Il giudice, secondo la procura, si sarebbe limitato a comunicare le sue decisioni senza interpellare gli inquirenti. “Peraltro – osserva la Procura – l’ordinanza è stata emessa ancor prima di comunicare alle parti l’avvenuto deposito della perizia e, dunque, sulla base delle sole risultanze dell’elaborato depositato dal collegio peritale nominato dal Gip. Non già, quindi basandosi sulla consulenza del prof. Stefano Ferracuti, nominato dal Pm, la cui relazione è stata depositata il 3 novembre scorso e che diverge, nettamente, dalle valutazioni e dalle conclusioni cui sono giunti i periti” L’esperto nominato dalla procura, infatti, fanno sapere i magistrati, sarebbe giunto a conclusioni differenti e avrebbe definito Barreca “parzialmente incapace di intendere e di volere e con un elevatissimo grado di pericolosità”. “Inoltre, con l’ordinanza – conclude la nota della Procura – il gip ha inizialmente disposto l’immediata liberazione della persona sottoposta a indagini in attesa della individuazione della Rems, applicandole la misura della libertà vigilata, salvo poi adottare, pur sempre senza alcuna preventiva richiesta di parere, un successivo provvedimento correttivo, disponendo la permanenza della persona sottoposta a indagini in una sezione dell’Istituto penitenziario”.