Un referto istologico in ritardo ed una denuncia alla procura di Marsala per sottolineare come questo ritardo possa mettere a rischio la vita dei pazienti. L’ultimo allarme della sanità siciliana viene da Trapani e nonostante il manager dell’Asp abbia promesso di porre rimedio a questa situazione generalizzata entro fine mese, scende in campo il Presidente della Regione di persona.
Vertice a Palazzo d’Orleans
Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, incontrerà oggi pomeriggio, a Palazzo d’Orléans, l’assessore alla salute Daniela Faraoni e i due dirigenti generali Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo per affrontare il tema dei ritardi nell’elaborazione e nella consegna dei referti istologici. La riunione ha l’obiettivo di fare il punto sulla situazione attuale dopo i casi registrati in provincia di Trapani e predisporre soluzioni concrete e tempestive per abbattere i tempi di attesa.
Otto mesi per un referto istologico
A fare esplodere il caso è stata una paziente di Mazara del Vallo che ha presentato una denuncia alla Procura di Marsala affermando di aver dovuto attendere otto mesi per avere il risultato di un esame istologico ma dopo una verifica è emerso che il ritardo è generalizzato anche se la denuncia riguarda la punta di iceberg del problema.
A rispondere all’allarme è stata la direzione generale dell’Asp di Trapani confermando l’impegno a chiudere entro il 31 marzo 2025 tutti i referti istologici relativi al 2024 e refertare tutti i campioni istologici pervenuti dai presidi ospedalieri del territorio di pertinenza entro il mese di gennaio 2025.
Lo ha detto, nei giorni scorsi, il manager dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Ferdinando Croce, in una nota nella quale ha anche sottolineato la determinazione di un netto cambio di passo rispetto al pregresso e la piena volontà di migliorare l’efficienza operativa e la risposta sanitaria.
“L’ottimizzazione della gestione dei processi di refertazione è un punto prioritario della programmazione aziendale – ha detto Croce – Dal momento in cui sono emerse le criticità legate ai tempi di attesa relativi ai referti, ho immediatamente attivato una serie di convenzioni con Asp Catania, Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania e Policlinico di Palermo, al fine di esaurire nel più breve tempo possibile tutto l’arretrato. Inoltre – ha aggiunto – allo scopo di accelerare la refertazione dei campioni istologici, con particolare riferimento alle biopsie osteo midollari, è stato avviato con una azienda privata un apposito servizio di processazione e refertazione dei campioni, e ad oggi ammontano complessivamente a 2058 i casi istologici evasi, mentre ne restano ancora da esaminare 244. Alla base del problema – ha sottolineato il manager – è la grave carenza di medici specialisti in Anatomia patologica che ha comportato macro criticità nella possibilità di rispettare la tempistica, considerata la presenza in azienda di tre dirigenti medici fino a dicembre 2024, a fronte di una dotazione organica che prevede nove unità. Per questo, è stato emanato un concorso pubblico per la copertura di 4 posti di dirigente medico di Anatomia patologica. Queste iniziative sono indicate dettagliatamente in una relazione già inviata al direttore generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute”.
Sindacati perplessi in difesa del manager
“La questione, etichettata come “scandalo”, della sanità trapanese non può che farci intervenire su una questione di merito. L’attuale gestione in capo al DG Ferdinando Croce è stata assunta da appena un anno. Un lavoro estenuante e di messa a punto di una organizzazione sanitaria provinciale che mai prima d’ora è stata così capillare è attiva. Delibere attuate in ogni ambito e attenzione massima sulle esigenze dei territori” dice il Segretario della Fials Provincia di Trapani, Diego Stellino.
“I ritardi che si sono verificati relativi agli esami istologici, di cui non si può che essere rammaricati e mostrare piena solidarietà alle famiglie, evidenziano però una gestione poco attenta non riconducibile, né addebitabile pertanto, all’attuale Manager dell’Azienda. Pregressi che non avrebbero dovuto verificarsi e che, però, vanno affrontati cronologicamente e con una piena responsabilità, senza decentrare colpe o, peggio, dimenticare che il passato è esistito e che oggi a quello si stanno dando risposte serie e concrete”.
“Certo, rammarica e stupisce lo tsunami mediatico scatenato sull’attuale Direzione che, prontamente, non ha mandato di avviare già da giorni delle indagini interne per verificare mancanze e stessi ritardi. Come non ricordare l’impegno mantenuto, con relativa delibera emessa, delle già stipulate convenzioni con l’anatomia patologica di altre province, al fine di refertare con velocità gli esami, garantendo ai pazienti risultati immediati. Pertanto, a fronte del lavoro, ancor più dell’impegno assunto a fare chiarezza, non possiamo che mostrare la nostra vicinanza e stima all’attuale Direttore Generale, Croce. Il suo estenuante lavoro ha permesso di rilanciare una sanità provinciale che era in prognosi riservata”.
Faraone, dovrebbero dimettersi tutti fino al Ministro
Per l’ex sottosegretario alla salute, il renziano Davide Faraone, invece, dovrebbero dimettersi tutti “È incredibile che il presidente della Regione Renato Schifani e il ministro Schillaci non si siano scusati e poi dimessi davanti al caso della signora Cristina Gallo, la donna con tumore che ha dovuto attenere otto mesi per un esame istologico” ha detto Faraone il capogruppo di Italia Viva alla Camera.
“A Cristina Gallo va tutta la mia solidarietà per il coraggio dimostrato nell’affrontare otto mesi di attesa con un tumore addosso che nel frattempo è progredito e ha attaccato vari organi del suo corpo e anche per la dignità con cui ha denunciato l’indifferenza delle istituzioni sanitarie senza chiedere la testa di nessuno. Io invece la testa la chiedo. Ci sono delle responsabilità precise: il Ministro della sanità Orazio Schillaci e il Presidente della regione Sicilia, Renato Schifani. Lo denuncio da tre anni: il divario tra il sistema sanitario siciliano e quello delle regioni che non sono in piano di rientro è diventato incolmabile. Basti pensare che ogni anno i cento medici e 100 infermieri che vanno in pensione o passano al privato, vengono rimpiazzati da 60 medici e 60 infermieri, con una perdita del 40% dell’organico. Questo fa sì che solo in provincia di Trapani siano 3000 le persone che, come la Gallo, aspettano da mesi una risposta. Siamo in una situazione di guerra e Schifani si occupa della sanità solo come occupazione politica”, ha concluso.






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