Vincere un concorso e il sogno del posto fisso. Il debutto nel mondo cinematografico del due comico palermitano “I Sansoni” abbraccia il tema della precarietà lavorativa: “E poi si vede”, una delle frasi più iconiche sentite dalle nuove generazioni, racconta, in chiave ironica, il tema dell’astensionismo, della corruzione e delle difficoltà della vita moderna. Distribuito dalla Warner Bros Pictures, per Fabrizio e Federico, fratelli nella vita reale, l’esordio nel grande schermo è cominciato col tutto esaurito.
“Alla fine la raccomandazione è il lavoro più antico del mondo” commentano ironicamente i fratelli in un’intervista a margine al cinema Metropolitan di Palermo.
La trama
Tre giovani, tre storie diverse, ma un unico obiettivo: conquistare il tanto ambito posto da impiegato nell’ufficio legale del Comune. Ognuno di loro arriva alla sfida con un bagaglio di aspettative, sacrifici e speranze, ma solo uno riuscirà a ottenere il lavoro. Tuttavia, il destino ha in serbo qualcosa di inaspettato.
C’è Federico, laureato in giurisprudenza più per accontentare il padre, influente consigliere comunale, che per reale vocazione. La sua speranza? Che una spinta dall’alto gli faciliti il cammino. Poi c’è Fabrizio, avvocato solo sulla carta, che si è già misurato con diversi concorsi pubblici senza successo e vede in questa occasione l’ultima possibilità di svolta. Infine, Luca, che fin dalla nascita ha trovato ogni porta aperta e affronta la competizione con la sicurezza di chi non ha mai conosciuto ostacoli.
Solo uno di loro riuscirà a ottenere il posto, coronando un sogno che per tutti rappresenta stabilità e riscatto. Ma quando tutto sembra ormai deciso, un imprevisto cambia le carte in tavola, mettendo in discussione ogni certezza.
Una generazione sospesa tra i “Poi si vede”
L’idea alla base del film ‘E poi si vede’ nasce dall’urgenza di raccontare una realtà sempre più diffusa tra i giovani italiani: la precarietà lavorativa, l’incertezza del futuro e la difficoltà di costruire una vita autonoma.
Un’intera generazione si trova costretta a lasciare il paese in cerca di opportunità migliori, mentre chi resta spesso si ritrova a dover accettare lavori malpagati, senza tutele, oppure a rimandare ogni decisione importante, con la speranza che “poi si vede”. È proprio questo il senso del titolo del film, un’espressione che incarna la rassegnazione e l’attesa forzata di qualcosa che forse non arriverà mai.
“Abbiamo raccontato una storia italiana su quanto è difficile essere giovani oggi – hanno dichiarato I Sansoni – ma probabilmente è così in tutto il mondo: ci tenevamo a regalare al pubblico un film leggero e godibile, che però allo stesso tempo riuscisse a raccontare un problema a noi vicino. Il titolo è un inno a procrastinare, solo che quando si tratta di un lavoretto e uno dice ‘intanto accetto e poi si vede’ quel poi diventa un po’ pesante, quindi forse è arrivato il momento di dire qualche no”
Un omaggio a Maurizio Bologna
Del cast fanno parte anche nomi importanti del panorama cinematografico italiano come Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo, Sergio Vespertino, Ester Pantano e Paola Minaccioni.
Il film è anche un tributo a Maurizio Bologna, figura fondamentale nella carriera degli autori. “La sua presenza continuerà a vivere nei progetti futuri, anche se ancora non si sa in che forma” hanno dichiarato. Un legame che testimonia l’importanza delle radici, della memoria e della condivisione nel percorso artistico e umano dei creatori del film.






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