Il gip di Palermo ha convalidato il fermo di Salvatore Calvaruso, il 19enne accusato di avere ucciso, sabato sera, a Monreale, durante una rissa, tre ventenni a colpi di pistola.
Il ragazzo, che ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia, si è difeso, sostenendo di avere solo tentato di salvarsi dall’aggressione delle vittime.
Il gip ha anche disposto la misura cautelare per cui Calvaruso resta in carcere.
Proseguono le indagini sui complici di Calvaruso
Proseguono le ricerche da parte dei carabinieri delle pistole con le quali sono stati uccisi i tre giovani a Monreale la notte tra sabato e domenica scorsi. Già perché i carabinieri sono sempre più certi che a uccidere i giovani sono state almeno due pistole. I rilievi della scientifica sui bossoli confermerebbero l’ipotesi iniziale. Del resto il solo Salvatore Calvaruso in carcere per l’omicidio non avrebbe potuto esplodere venti colpi che ha raggiunto i tre giovani e sono finiti anche sulle fiorire, sulle auto e sui muri nella zona del pub.
I militari ancora in queste ore stanno passando al setaccio la zona di Monreale. Calvaruso ha ribadito anche ieri durante l’udienza di convalida di non ricordare nulla di quei momenti drammatici. Ha chiesto più volte scusa, ma non ha fatto cenno ne ai complici né tanto meno dove ha gettato la pistola e il cellulare che non sono stati trovati. Quello che è certo che il giovane a Monreale non era da solo, ma con un gruppo di amici che dallo Zen sono saliti in paese per la festa. Doveva essere una serata di di svago dopo una lunga settimana di lavoro ed invece si è trasformata in un dramma che ha distrutto diverse famiglie.
A questo punto – ha raccontato il testimone – Andrea Miceli, altra vittima “ha deciso di avvicinarsi per calmare gli animi, ma gli è stato detto :’ma tu cu minchia sì'”. Miceli avrebbe risposto con le stesse parole e il ragazzo lo avrebbe colpito “ripetutamente al volto con il proprio casco vicino la banca. “Immediatamente – ha proseguito – si scatenava una rissa. Ci sono stati calci, pugni e spintoni. Credo che questa colluttazione sia durata circa 2 minuti al massimo. Finita la scazzottata, ho sentito esplodere dei colpi di arma da fuoco. Non so come si chiamasse il soggetto che aveva con se’ l’arma, ma questo era a bordo di un ciclomotore BMW GS nero vecchio modello, il quale sparava alcuni colpi in aria dallo stesso mezzo. Questo soggetto, che sparava mi ricordo fosse basso e magro, mentre il conducente era alto circa 190cm, con barba folta nera, entrambi indossavano il casco. Posso dirvi che sono stati esplosi molti colpi d’arma da fuoco anche quasi in simultaneo e ciò mi ha fatto pensare che ci fossero più armi. I colpi erano troppo ravvicinati”. “Inoltre un mio compaesano – ha spiegato – mentre eravamo all’ospedale mi ha raccontato di aver sentito che il conducente del BMW GS riferiva al passeggero di non mirare in aria, ma di sparare proprio sulla folla”. “Io personalmente dopo la rissa, durata pochi minuti, prendevo il mio scooter e mi spostavo in piazza ma poco dopo aver parcheggiato sentivo i colpi d’arma da fuoco e in lontananza vedevo gente che scappava. Pertanto mi avvicinavo nuovamente al Bar 365 e prima di arrivarci, vedevo Turdo che cadeva a terra e successivamente Pirozzo pieno di sangue”
Il racconto dei testimoni
“Intorno a mezzanotte notavamo un gruppo di ragazzi, circa 9 a bordo di scooter. Credo fossero 5 scooter che ad un certo decidevano di andare via. Uno di questi che si trovava a bordo di un Liberty bianco, per fare lo sborone all’improvviso accelerava a tutto gas rischiando di investire me e altri miei amici. Il mio amico Salvatore Turdo, immediatamente con tono acceso gli diceva perché non vai più piano? A questo punto il conducente del Liberty si posizionava proprio davanti a me e a Turdo.
Infatti dopo aver messo il cavalletto allo scooter, scendeva e unitamente ad altri due ragazzi ci accerchiavano”. Comincia così il racconto di uno dei testimoni della rissa di Monreale sfociata in tre omicidi, riportata nel provvedimento con cui il gip di Palermo ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Salvatore Calvaruso, il 19enne che durante la rissa ha sparato e ucciso tre ventenni. Sono diversi gli amici delle vittime che hanno collaborato alle indagini.
A questo punto – ha raccontato il testimone – Andrea Miceli, altra vittima “ha deciso di avvicinarsi per calmare gli animi, ma gli è stato detto :’ma tu cu minchia sì'”. Miceli avrebbe risposto con le stesse parole e il ragazzo lo avrebbe colpito “ripetutamente al volto con il proprio casco vicino la banca. “Immediatamente – ha proseguito – si scatenava una rissa. Ci sono stati calci, pugni e spintoni. Credo che questa colluttazione sia durata circa 2 minuti al massimo. Finita la scazzottata, ho sentito esplodere dei colpi di arma da fuoco. Non so come si chiamasse il soggetto che aveva con se’ l’arma, ma questo era a bordo di un ciclomotore BMW GS nero vecchio modello, il quale sparava alcuni colpi in aria dallo stesso mezzo. Questo soggetto, che sparava mi ricordo fosse basso e magro, mentre il conducente era alto circa 190cm, con barba folta nera, entrambi indossavano il casco. Posso dirvi che sono stati esplosi molti colpi d’arma da fuoco anche quasi in simultaneo e ciò mi ha fatto pensare che ci fossero più armi. I colpi erano troppo ravvicinati”. “Inoltre un mio compaesano – ha spiegato – mentre eravamo all’ospedale mi ha raccontato di aver sentito che il conducente del BMW GS riferiva al passeggero di non mirare in aria, ma di sparare proprio sulla folla”. “Io personalmente dopo la rissa, durata pochi minuti, prendevo il mio scooter e mi spostavo in piazza ma poco dopo aver parcheggiato sentivo i colpi d’arma da fuoco e in lontananza vedevo gente che scappava. Pertanto mi avvicinavo nuovamente al Bar 365 e prima di arrivarci, vedevo Turdo che cadeva a terra e successivamente Pirozzo pieno di sangue”.
“Mi trovavo sul posto ed è degenerata una lite. Sono stato colpito con colpi di casco stavo provando a fuggire con il mio motore ma sono stato aggredito. Sono caduto. Ho provato a scappare di nuovo e ho preso la pistola con tanta paura, non vorrei mai capitasse una cosa del genere sono pentito di tutto quello che è successo. Ho sparato tre colpi. In caserma ho detto di non ricordare quanti colpi avevo sparato. In questi giorni ho riflettuto ed ho ricordato che ho sparato tre colpi. Chiedo scusa a tutti i familiari per quello che è successo”. Così al gip Salvatore Calvaruso, accusato di aver ucciso tre ventenni durante una rissa.
“Ricordo che sono caduto per terra e mentre ero ancora per terra altre persone hanno cominciato ad aggredirmi con calci e pugni. Mi sono rialzato ed ho provato a scappare, cadendo di muovo, mi sono alzato ancora una volta e sono salito sullo scooter per andare via ma sono stato aggredito di nuovo e sono caduto per terra con lo scooter quindi a quel punto, dal borsello di colore scuro che indossavo ho estratto una pistola semiautomatica che avevo rinvenuto qualche giorno prima per strada all’interno del mio quartiere, e ho cominciato a sparare all’indirizzo di questi 3/ 4 ragazzi che in quel momento mi stavano aggredendo”. É la versione della sparatoria di Monreale costata la vita a 3 ventenni dell’indagato Salvatore Calvaruso in carcere per strage. Al gip, che ne riporta la testimonianza nella misura cautelare, il 19enne ha detto di essersi difeso con un’arma trovata per strada. “Non sono in grado di dire quanti colpi ho esploso ma ho esaurito il caricatore, posso solo affermare che contestualmente ho sentito altri colpi di pistola ma non sono in grado di dire chi altro ha sparato”, ha detto.
Strage di Monreale, funerali il 2 maggio delle tre giovani vittime
Saranno celebrati il 2 maggio i funerali dei tre giovani monrealesi uccisi nel corso di una sparatoria il 27 aprile. I funerali saranno alle ore 10.30.
Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli saranno salutati per l’ultima volta presso la Cattedrale di Monreale.
Il Comune di Monreale si è fatto carico dei funerali, un gesto di vicinanza alle famiglie coinvolte da un così grave e inaspettato lutto.






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