Il governo Schifani rilancia il sostegno all’istruzione universitaria per i detenuti. Fondi quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente.
La Regione Siciliana ha confermato per il 2024 uno stanziamento di 157 mila euro a favore dei Poli universitari penitenziari, strutture che permettono ai detenuti di intraprendere percorsi di studio universitari anche durante l’espiazione della pena.
“Il diritto allo studio deve valere per tutti, anche per chi sta scontando una pena, e l’istruzione universitaria in carcere rappresenta uno straordinario strumento di riabilitazione e reinserimento sociale delle persone detenute. Per queste ragioni, il governo Schifani, come ha fatto in questi anni, continuerà a sostenere con convinzione i Poli universitari penitenziari”.
Lo ha dichiarato l’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, Mimmo Turano, intervenendo a Catania durante l’Assemblea nazionale della Conferenza dei delegati dei rettori per i Poli universitari penitenziari (Cnupp).
Un accordo di rete per formare anche chi è in carcere
L’investimento della Regione si inserisce all’interno di un accordo quadro firmato nel maggio 2024 tra Regione Siciliana, Garante regionale dei diritti dei detenuti, Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria Sicilia e le Università di Catania, Messina e Palermo, con l’adesione della Kore di Enna avvenuta alla fine del 2023.
“Grazie all’accordo quadro – prosegue l’assessore Turano – siglato a maggio del 2024 dalla Regione Siciliana, dal Garante regionale dei diritti dei detenuti, dal Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria Sicilia e dalle Università di Catania, Messina e Palermo, al quale ha aderito, a fine dello scorso anno, anche l’università Kore di Enna, abbiamo voluto dare un segnale concreto, non solo formalizzando un’intesa che consente alle persone detenute di accedere ai percorsi di formazione dei Poli per conseguire un titolo di studio di livello universitario, ma anche raddoppiando il contributo previsto dalla legge regionale 4 del 2003, che per l’anno accademico 2023-2024 è stato di 157 mila euro contro i 97 mila dell’anno precedente. Si tratta di fondi che confermeremo anche nel 2025 e che, oltre alla copertura delle tasse universitarie, serviranno per l’acquisto di testi, materiali didattici e attività di tutoraggio per lezioni ed esami”.
Con questo stanziamento, la Sicilia rafforza il proprio ruolo di regione capofila nella promozione del diritto allo studio anche in ambito penitenziario.
L’obiettivo è quello di garantire un vero reinserimento sociale, puntando sull’istruzione come leva di riscatto personale e riduzione della recidiva.






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