E’ tutto pronto per la carica dei 47 mila studenti siciliani che da domani affrontano l’esame di maturità. Per essere precisi all’esame di maturità sono stati ammessi 44.200 studenti delle scuole statali e 2798 delle paritarie. Si comincia come da copione con la prova scritta di italiano. Sei ore di tempo per consegnare l’elaborato. Nella sola Palermo sono 9713 i candidati per la sessione 2025. Nelle scuole si respira un sentimento di ansia e nostalgia
“Stiamo lavorando in tranquillità, con una buona empatia tra colleghi interni ed esterni. Sembra tutto sereno, certo anche per noi docenti c’è grande attesa per le prove che verranno sottoposte ai nostri allievi”, spiega Eugenia Andreina Accardi, docente del Liceo Garibaldi di Palermo. Rispetto al 2024, quando i numeri erano rispettivamente 46.292 per le statali e 4.340 per le paritarie, si registra un lieve calo. Gli esami proseguiranno giovedì 19 giugno con la seconda prova scritta, specifica per ogni indirizzo di studio. La fase finale consisterà nei colloqui orali multidisciplinari, che chiuderanno il percorso dell’esame di Stato.
Per esaminare questo esercito di diplomandi, le scuole schiereranno 1274 docenti, tra componenti interni ed esterni. Ma tra i docenti si respira un sentimento misto tra ansia e nostalgia. “La giornata più emozionante per noi è ultimo giorno di scuola – racconta Accardi – perché in quel momento, che conclude cinque anni di percorso scolastico, ci rendiamo conto che quei ragazzini sono diventati adulti, sono cambiati”.
La radiografia dei diplomandi mostra che tra gli indirizzi di studio il liceo scientifico si conferma il più frequentato, con 6.367 maturandi, seguito dal classico (3.929), da scienze umane (3.022) e linguistico (2.972). Palermo e Catania si confermano le province con il maggior numero di candidati, rispettivamente 9.713 (in calo rispetto ai 9.948 del 2024) e 9.453 (rispetto ai 9.537 del 2024). Seguono Messina con 5.057 studenti, in lieve aumento rispetto ai 5.020 dell’anno precedente, e Trapani con 3.845 (3.898 nel 2024). Agrigento registra 3.722 candidati (3.896 nel 2024), Siracusa 3.231 (3.253 nel 2024), Caltanissetta 2.542 (leggermente in aumento rispetto ai 2.529 del 2024), Ragusa 2.697 (in crescita rispetto all’anno precedente).
“L’esame di Stato è un traguardo importante nel percorso scolastico dei nostri giovani e il mio augurio va alle migliaia di studentesse e studenti siciliani del secondo ciclo di istruzione affinchè possano affrontare questa prova con serenità e il giusto impegno», dice Giuseppe Pierro, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia.
Come funziona l’esame
La prima prova accerta sia la padronanza della lingua italiana (o della diversa lingua nella quale avviene l’insegnamento) sia le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti. Si svolge mercoledì 18 giugno 2025 alle 8:30 con modalità identiche in tutti gli istituti e ha una durata massima di sei ore. I candidati possono scegliere tra tipologie e tematiche diverse: il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, economico e tecnologico, sociale. Gli studenti possono scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi. La prova può essere strutturata in più parti. Ciò consente di verificare competenze diverse, in particolare la comprensione degli aspetti linguistici, espressivi e logico-argomentativi, oltre che la riflessione critica da parte del candidato.
La seconda prova riguarda una o più delle discipline che caratterizzano il corso di studi. Il Ministero, con un apposito decreto, ha definito le discipline oggetto di questa seconda prova.
Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca. Per gli istituti professionali del vigente ordinamento (Decreto Legislativo 61 del 2017) la seconda prova non è centrata sulle discipline ma sulle competenze in uscita e sui nuclei tematici fondamentali di indirizzo. È un’unica prova integrata in cui il Ministero fornisce la “cornice nazionale generale di riferimento” e le commissioni costruiscono le tracce declinando le indicazioni ministeriali secondo lo specifico percorso formativo attivato dalla scuola.
Terza prova solo in alcuni casi particolari
Per le sezioni ESABAC, ESABAC techno, sezioni con opzione internazionale, per le scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano, per le scuole con lingua d’insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia, è presente una terza prova scritta.
Il colloquio
Il colloquio si svolge dopo gli scritti e riguarda anche l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e le esperienze svolte nei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (per i PCTO mediante una breve relazione o un lavoro multimediale). Nel colloquio, oltre a dimostrare di aver fatto propri i contenuti e i metodi delle singole discipline, il candidato deve utilizzare le conoscenze acquisite e metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera. È quindi un colloquio che si svolge in chiave pluri e interdisciplinare: la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale dello studente. Nello svolgimento della prova la commissione d’esame tiene conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello studente. La prova prende il via da uno spunto iniziale scelto dalla Commissione (un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema) predisposto e assegnato dalla commissione. È la fase dell’Esame in cui valorizzare il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina. Questi ultimi sono indicati nel documento del Consiglio di classe.
Il valore orientativo del colloquio
In coerenza con quanto definito nelle Linee guida per l’orientamento – emanate in attuazione della riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – il colloquio dell’Esame di Stato assume un valore orientativo: data la sua dimensione pluridisciplinare, mette il candidato in condizione di approfondire le discipline a lui più congeniali. Per tale motivo, la commissione d’esame tiene conto delle informazioni inserite nel Curriculum dello studente: da qui emergono, infatti, le esperienze formative del candidato nella scuola e nei vari contesti non formali e informali.






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