L’assistenza sanitaria nel Siracusano nel prossimo futuro, presumibilmente tra almeno 5 anni, cambierà assetto. E’ quanto è emerso nella bozza redatta dall’assessorato alla Salute, al centro della Conferenza dei sindaci tenutasi ieri, che prevede, nella sostanza, il ruolo centrale del nuovo ospedale di Siracusa.
Sarà un Dea di secondo livello, come assicurato dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia, dopo la lettura del piano sulla nuova rete ospedaliera che, evidentemente, non potrà essere operativa in quanto tarata sulla realizzazione del nuovo presidio in prossimità della Statale 124, tra Siracusa e Floridia. Senza contare i tempi burocratici e la scadenza elettorale, visto nel 2027 si andrà a votare per il rinnovo dell’Ars ma quel documento traccia, comunque, un sentiero ben preciso.
La centralità del nuovo ospedale
In ogni caso, quando il nuovo ospedale sarà edificato, avrà un ruolo centrale ed inevitabilmente assorbirà gli altri presidi, del resto, allo stato attuale, tutte e 5 le strutture della provincia, compreso il vecchio Umberto I di Siracusa, non hanno discipline più complesse, non previste negli ospedali di I Livello. Del resto, è ormai notorio il fatto che tanti pazienti del Siracusano sono costretti a recarsi negli ospedali catanesi che, essendo Dea di secondo livello, sono attrattivi oltre che necessari.
La questione dell’ospedale Dea di secondo livello
Uno degli argomenti più dibattuti a Siracusa è proprio sulla certificazione del nuovo ospedale: l’ex parlamentare regionale, Enzo Vinciullo, continua a dire che il nuovo ospedale sarà un Dea di primo livello in quanto, decreto Balduzzi alla mano, il bacino sanitario comprendente Catania, Siracusa e Ragusa sarebbe già saturo con tre Dea di secondo livello a Catania (San Marco, Nuovo Garibaldi e Cannizzaro), per cui non ci sarebbe posto per un quarto.
Razza, “ci sono delle deroghe”
L’europarlamentare di FdI, Ruggero Razza, uno dei “padri” del nuovo ospedale ha sempre sostenuto la tesi della deroga, che vale per ogni Regione, peraltro lo stesso ex assessore alla Salute, in una intervista rilasciata a BlogSicilia, aveva esplicitato un altro concetto: “Nei tre Dea di secondo livello di Catania, non ci sono delle discipline duplicate ma per meglio esplicitare il concetto pongo un esempio: la Cardiochirurgia, che è un reparto peculiare di un Dea di secondo livello, a Catania ce ne è solo una. Nulla esclude che si possa fare a Siracusa”.
La differenza tra Dea di primo e secondo livello
Ma che differenze ci sono tra un ospedale Dea di primo e secondo livello? In merito al primo, garantisce, oltre alle prestazioni fornite dal Pronto Soccorso, diversi servizi, quali osservazione e monitoraggio per la breve degenza, la rianimazione e gli interventi diagnostico-terapeutici. Vengono anche garantite le prestazioni di laboratorio.
Nell’ospedale Dea di secondo livello, oltre alle prestazioni del DEA I livello, ci sono i servizi di alta qualificazione legate a situazioni di emergenza, secondo le indicazioni stabilite dalla programmazione regionale.
L’impoverimento di Lentini
Nell’ottica di una rete sanitaria centrata sul nuovo ospedale di Siracusa a pagare un prezzo sarebbe l’ospedale di Lentini, che, allo stato, soffre pure la “concorrenza” del vicinissimo San Marco. “L’ospedale più penalizzato è quello di Lentini, che perde 22 posti per acuti (tra cui la soppressione completa della geriatria), e ne guadagna solo 2 per riabilitazione, con conseguenze previste sulla mobilità passiva verso Catania” analizzano il segretario provinciale del Pd, Piergiorgio Gerratana, e la responsabile della sanità del Pd, Antonella Fucile.
Si ridimensiona anche Avola-Noto
Pure la zona sud, con l’ospedale unico Avola-Noto, subirà una rimodulazione, come l’ha definita ieri il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Secondo quanto svelato dall’analisi del Pd sulla bozza, “l’ospedale di Avola perderà 13 posti per acuti, mentre a Noto ci sarà un incremento di 8 posti in day-hospital, ma un taglio di 8 posti in riabilitazione. A Noto particolarmente grave è la penalizzazione dell’Ortopedia-Traumatologia, un reparto riconosciuto da Agenas tra le eccellenze nazionali per volume e qualità della chirurgia protesica. Con 14 posti letto (12 ordinari + 2 DH), oltre 1.000 interventi l’anno, un tasso di occupazione del 107% e una mobilità attiva in aumento, rappresenta un modello virtuoso che andrebbe rafforzato, non depotenziato”.
Tiene l’ospedale Muscatello di Augusta
Nel prossimo futuro, un ruolo più o meno analogo a quello di oggi, lo avrà il Muscatello di Augusta, per via della sua importanza strategica, essendo a due passi dal Petrolchimico, uno degli asset economici più importanti della Sicilia. Da fonti del Pd, il Muscatello di Augusta “guadagnerà 10 posti letto in geriatria anche se ne perderà 4 in ORL e oncologia”.






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