Parte una nuova lettera indirizzata al sindaco di Palermo e agli uffici dell’area Suap da parte di Confimprese Palermo. L’associazione continua a sostenere l’esistenza di violazioni amministrative  nel centro commerciale Forum di Palermo. Una vicenda che ha dato vita, negli scorsi mesi, ad un “copiosa corrispondenza” tra vari uffici dell’Amministrazione e Confimprese Palermo. Ora l’associazione invita il Sindaco a fare chiarezza in maniera definitiva, trasmette un dossier e rammenta le tappe della vicenda

Le tappe: 21 marzo 2025

Dopo anni di segnalazioni, l’Assessore Giuliano Forzinetti e la dottoressa Rosa Vicari, Capo Area Responsabile Suap, Commercio, Supporto Tecnico, Lavoro e Concessioni Suolo Pubblico del Comune di Palermo, comunicano che l’Amministrazione, pur rilevando “anomalie ed incongruenze” nelle procedure autorizzative del Centro Forum, non vede motivi tecnici o giuridici per revocare l’autorizzazione, riservandosi ulteriori approfondimenti con l’Avvocatura comunale.

28 marzo 2025

L’Assessore Forzinetti, in un comunicato ufficiale, conferma pubblicamente alcune violazioni di legge: superamento dei limiti previsti dall’art. 11 del DPRS 11 luglio 2000 e uso improprio della SCIA per aprire medie strutture di vendita. Tuttavia, lo stesso Assessore dichiara che non è «auspicabile» che queste violazioni portino alla chiusura del centro commerciale, rassicurando che si attendono altri pareri dall’Avvocatura.

15 aprile 2025

A seguito di una delle tante diffide inoltrate da Confimprese Palermo, il SUAP, per voce della dottoressa Vicari, spiega che l’Amministrazione deve bilanciare l’interesse pubblico alla revoca con quello privato alla continuità dell’attività. “Come – dichiarano da Confimprese – se l’applicazione della legge fosse una facoltà da interpretare” .

Nello stesso giorno, l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco prende atto di quanto segnalato da Confimprese e dispone che venga fornita una risposta dettagliata, con l’ausilio dell’Avvocatura comunale.

Mesi di solleciti inutili

“Nonostante i ripetuti richiami, né l’Assessore né l’Assessorato hanno dato risposte puntuali – dice Felice, rivolgendosi al Sindaco – Il suo Ufficio di Gabinetto ha continuato a sollecitare chiarimenti, ma senza risultati concreti. Questa mancanza di risposte diventa uno sgarbo istituzionale, specie quando coinvolge direttamente Lei e il Suo Staff” scrivono da Confimprese.

29 maggio 2025

A Confimprese Palermo viene comunicato che: “In una riunione convocata dal Sindaco, l’Assessore ha impartito disposizioni per dare un riscontro alle nostre note”.

13 Giugno 2025

Si ritorna al punto di partenza: viene ribadito che sono emerse possibili violazioni e che è stato chiesto alla società di gestione del Forum di fornire chiarimenti per “valutare eventuali misure correttive”.

“In sostanza, dopo mesi di ammissioni pubbliche – continua Giovanni Felice – l’Amministrazione si limita ancora una volta a prendere tempo, scaricando ogni decisione sull’Avvocatura e sulla disponibilità della società di gestione a spiegare ciò che è già documentato”.

Domande inevitabili

“A questo punto è legittimo chiedersi: qual è il vero motivo, mai dichiarato, per cui Assessore ed Assessorato rifiutano di applicare la legge? – s’ interroga il presidente di Confimprese Palermo – L’applicazione della norma può essere dolorosa, ma non è facoltativa.

L’Amministrazione Comunale, di fatto, si è comportata da difensore d’ufficio della società proprietaria del Forum.

Se l’Avvocatura è stata posta al centro di tutto, è ora di sapere: quale parere ha effettivamente espresso? È inaccettabile scoprire che dopo quattro mesi ci si limiti ancora a chiedere spiegazioni alla società di gestione”.

Conclusioni

“Credo – conclude il Presidente di Confimprese Palermo – sia giunto il momento che il Sindaco si assuma la responsabilità di porre fine a questo indecoroso balletto. Riconosco al Sindaco il merito di avere sollecitato un percorso di verifica e chiarezza, ma un Suo mancato intervento adesso, allargherebbe la platea di chi dovrà dare risposte, non solo a noi ma a tutta la comunità imprenditoriale e non solo.

Quanto fin qui accaduto – conclude Giovanni Felice – è di una gravità inaudita ed è evidente che se il Comune non sarà in grado di applicare le norme, ci vedremo costretti a ricorrere a tutte le istituzioni previste dalla Costituzione per avere chiarezza e per ottenere giustizia”.