Il 12 giugno scorso, il volo Air India 171, un Boeing 787 Dreamliner diretto a Londra, si è schiantato poco dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, in India, causando la morte di 260 persone, tra cui 241 dei 242 passeggeri a bordo e altre vittime a terra.

A oltre un mese dalla tragedia, nuovi dettagli emersi dalla scatola nera stanno spostando l’attenzione sul comandante del volo, Sumeet Sabharwal, 56 anni, accusato di aver disattivato gli interruttori che controllano il flusso di carburante ai motori. L’inchiesta, condotta dall’Aircraft Accident Investigation Bureau (AAIB) indiano, è ancora in corso.

La registrazione della scatola nera

Secondo fonti vicine all’inchiesta, riportate dal Wall Street Journal, la scatola nera ha registrato una conversazione agghiacciante tra i due piloti. Il primo ufficiale, Clive Kunder, 32 anni, avrebbe chiesto al comandante: “Perché lo hai fatto…?”, dopo aver notato che gli interruttori del flusso di carburante erano stati spostati in posizione “Cutoff” subito dopo il decollo. La reazione di Kunder è descritta come di crescente panico, mentre Sabharwal, veterano con anni di esperienza, avrebbe mantenuto una calma inspiegabile, negando di aver compiuto l’azione. Gli interruttori, dotati di una sicura per prevenire movimenti accidentali, richiedono un intervento manuale deliberato, rendendo l’episodio ancora più inquietante.

La sequenza fatale

Il rapporto preliminare dell’AAIB, pubblicato la scorsa settimana, descrive come gli interruttori siano stati disattivati in successione, a un secondo di distanza l’uno dall’altro. Circa 10 secondi dopo, gli stessi interruttori sono stati riportati in posizione “Run”, ma i motori, ormai spenti, non si sono riavviati in tempo. L’aereo, privo di potenza, si è schiantato nei pressi dell’aeroporto di Ahmedabad, lasciando un solo sopravvissuto tra i passeggeri. La rapidità degli eventi e la mancata riaccensione dei motori hanno trasformato una situazione potenzialmente recuperabile in una catastrofe.

Chi erano i piloti

Il comandante Sumeet Sabharwal, 56 anni, era un pilota esperto con migliaia di ore di volo alle spalle, descritto come un veterano rispettato. Il primo ufficiale Clive Kunder, 32 anni, era invece un pilota più giovane, ma altrettanto appassionato. Durante il decollo, Kunder era il pilota attivo, con le mani sui comandi del Boeing 787, mentre Sabharwal, in qualità di pilota di monitoraggio, supervisionava l’operazione. Secondo piloti americani che hanno analizzato il rapporto, Sabharwal avrebbe avuto le mani libere, il che potrebbe spiegare come abbia potuto accedere agli interruttori.

L’Air India 171 poco prima dello schianto.

Le indagini in corso

L’AAIB, guidato da Godaba Venkata Gouri Yugandhar, ha sottolineato che è troppo presto per trarre conclusioni definitive. Il rapporto preliminare non specifica se la disattivazione degli interruttori sia stata accidentale o intenzionale, né esclude altre cause, come difetti di progettazione, malfunzionamenti tecnici o problemi di manutenzione. L’amministratore delegato di Air India, Campbell Wilson, ha invitato il personale della compagnia a evitare speculazioni, sottolineando che l’inchiesta è “ben lungi dall’essere conclusa”. Le autorità stanno analizzando ogni aspetto, dai dati tecnici dell’aereo alle procedure seguite dall’equipaggio.

Un dramma umano e tecnico

La tragedia ha colpito profondamente l’India e la comunità internazionale dell’aviazione. Le registrazioni della scatola nera, con il panico di Kunder e la calma di Sabharwal, dipingono un quadro drammatico degli ultimi momenti del volo. La domanda che ora aleggia è: cosa ha spinto il comandante a compiere un gesto che appare inspiegabile? Le indagini proseguono…